(1968)
Come un urlo
fuggiva rabbioso,
inseguito dall’onde del mare…
onde potenti del mare,
dalla prua ad ogni beccheggio
schiaffeggiate,
gelide, salate
sventagliate di gocce
strappate a sferzare umide
il viso inquieto;
illusione di tempi lontani
di lenire,
al contatto del mare,
la speranza,
la brama frustrata, sgomenta,
di cambiare, o morire,
di lasciare dietro di sé
un’impronta, un ricordo,
di tornare,
di vendere al vento
una vita già triste,
scontata, respinta, infelice…
come il cielo grigio
di quell’umido mattino incantato.
E fuggiva,
la vela al vento,
gonfia di forza,
la barca veloce,
fuggiva,
il cuore pieno
di voglia disperata,
delusa, fremente,
di sognare, di odiare, d’amare,
di disperdersi,
nel mare, nel cielo, nel vento…
Shelburn
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Bella!
Come dice Francy....mi viene da piangere!
Posta un commento