domenica 28 dicembre 2008

L'OMELIA DEL PRETE CHE NON HA POSTO IL BAMBINELLO NELLA MANGIATOIA (click)


L'omelia della Notte Santa
nella Parocchia di Santa Lucia
È la Notte Santa: abbiamo invocato, pregato, detto molte parole in questa Veglia. Parole che si riassumono nell’Unica Parola che ci viene consegnata dentro questa Notte: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» è quanto Giovanni racconta nel suo prologo. È una Parola molto attuale: è Cristo che si consegna, è Lui la Parola, ma nello stesso tempo consegna le sue parole, il suo Vangelo. È una Parola che continua a chiamare – non a partire da principi astratti o regole religiose a cui attenersi in modo formale – perché la Parola si fa Carne, nella carne di un Bambino. È un annuncio di gioia e di speranza che cambia radicalmente il nostro modo di porci davanti a Dio: non siamo noi a cercare Lui, ma è Lui che ci viene incontro, si fa uno di noi, si fa riconoscere dentro un corpo come il nostro. Ciascuno di noi viene da natali diversi: i natali della nostra infanzia non sono uguali a questo che stiamo celebrando. Forse per le giovani generazioni non è avvertita questa distanza temporale tra il passato e il presente; per noi di una certa età, che ci trovavamo dentro quell’unica stanza attorno alla lunga tavolata con tutta la famiglia al completo, a sospendere per un giorno i panni della ferialità povera per indossare l’abito della festa, era più facile comprendere che nulla poteva essere sprecato, ma ogni cosa riutilizzata e condivisa. Ma non vorrei questa sera aggiungermi ai molti che fanno prediche moraleggianti sul natale consumistico: sapete già da voi, e se siete qui questa sera è perché una scelta l’avete fatta, quella di sostare almeno per un attimo, lontano dalle luci colorate della città, per inginocchiarsi davanti al Bambino. Solo voi, solo ciascuno di voi, può sapere che tipo di risposta ha dato per questo Natale: se una risposta più o meno entusiasta rispetto ad ieri, se più o meno gioiosa, se più o meno accogliente. Certo, forse per qualcuno sarà un Natale con un vuoto in più, perché il marito, la moglie o il figlio se ne è appena andato, lasciandoci soli, avvertendo di più, in queste giornate di festa per gli altri, il vuoto che rimane tutto per noi e le ferite che fanno fatica a rimarginarsi. Una solitudine che è presa su di sé da questo Dio-Bambino che scegliendo di farsi carne prende su di sé tutta la nostra vita, tutti gli attimi della nostra esistenza: è un Dio che non rimane per sempre bambino, e, crescendo, da uomo affronta come noi, la sofferenza, il dolore e la morte. Non fugge di fronte all’abisso del vuoto e della solitudine, delle relazioni lacerate, delle morti quotidiane che ogni giorno sperimentiamo. Egli è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, e attraversa con noi da pellegrino, da ospite e da straniero, le vicende quotidiane di questa terra, per aprirci al dono della vita eterna. Una vita eterna che è un ritorno a Casa: quel Bambino ci consegna la strada per non perdere la meta, ci offre la possibilità di rimetterci tra le braccia del Padre, dell’unico Padre che prepara per tutti i popoli il banchetto del regno dei cieli. È la strada dell’Amore quella che il Dio che si fa Carne indica ad ogni uomo e ad ogni donna; e l’Amore non lascia mai fuori nessuno – anche se sceglie - non emargina, non rifiuta di accogliere, non dice di non avere tempo, non inventa scuse, non si nasconde dietro la paura del diverso da me. È per questo motivo che il nostro presepio quest’anno avrà la culla vuota: «Venne tra i suoi, e i suoi non lo riconobbero». È una provocazione per interrogare la nostra vita. Oggi è Natale, ma è davvero Natale per il mio cuore? Posso dire di essere capace di accogliere quel Bambino che viene dentro la povertà di una grotta, se non sono capace di accogliere ogni giorno chi bussa alla porta del mio cuore? La culla rimane vuota, per sottolineare la nostra responsabilità verso il mondo, il mondo che è nella guerra delle armi e il mondo che è nella guerra del benessere sprecone: nessuno può chiamarsi fuori, perché altrimenti paradossalmente Dio potrebbe rimanere l’eterno assente dalla mia vita nonostante le mie parole e i miei gesti siano imbevuti di religiosità. Il prologo di Giovanni che abbiamo fatto scendere dall’alto nel nostro presepio, scritto in greco secondo il testo originale, termina dicendo che «Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato». E ce lo ha rivelato come colui che nella sua Misericordia sa accogliere sempre ogni uomo in qualunque momento della propria vita. È un Padre che sa accogliere i suoi figli, desidera tanto che i suoi figli s’accorgano di essere tra loro fratelli. Forse è proprio per questo che il giudizio del Padre Misericordioso in compagnia del Figlio Gesù e dello Spirito Santo, è un giudizio sull’amore come descritto da Matteo al capitolo 25: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». La culla rimane vuota, quest’anno nel nostro presepio, perché ciascuno di noi impari ad amare, perché solo chi ama incontra il Cristo. E allora preghiamo, perché questo Natale sia l’occasione per lasciarci cambiare lo sguardo sugli altri, perché possiamo prenderci cura di ogni uomo, di ogni fratello, perché in ogni altro abita il Cristo. Amen.

UN PRETE PIU' CRUDELE DI ERODE (click)


Luigi Santambrogio
Pubblicato il giorno: 28/12/08
Bergamo: discutibile scelta di un prete

Se pure monsignore toglie Gesù dal presepe

Ci voleva un prete, un ministro della Chiesa cattolica. Anzi di più:
un monsignore parroco, cioè un sommo sacerdote, per fare ciò che
neppure a re Erode era riuscito fare. Cioè: eliminare il Bambino Gesù,
ammazzare il Natale nella mangiatoia e cancellarlo dal Presepe. Per
sottrarlo, infine, all'adorazione degli indegni parrocchiani. Come si
fa con gli scomunicati, con i peccatori senza speranza che Dio vuol
perdere.

Questo è successo nella messa di Natale nel tempio votivo di Bergamo,
dove il parroco, monsignor Attilio Bianchi, indossate temporaneamente
le vesti di Dio, si è rifiutato di mettere la statuetta del Bambino
Gesù nel Presepe. Non solo, monsignore, che a dispetto del cognome è
conosciuto come un prete con spiccate simpatie rosse, durante l'omelia
ha annunciato agli stupefatti fedeli che: «Questa notte non c'è
Natale, per voi Gesù non nasce».

Il tempio, che si trova nella parrocchia di Santa Lucia, si è così
guadagnato un primato difficilmente battibile: la sola chiesa
cattolica al mondo dove alla mezzanotte del 24 dicembre Gesù non è
nato. Meglio: (...)

(...) gli è stato impedito di nascere. E mica da un infedele, da un
imam islamico o da un improbabile seguace di Erode: il sequestratore
di Gesù ha i paramenti rituali e soprattutto l'ordinazione del
sacerdote di Santa Romana Chiesa.

Inaudito. O, se vogliamo anticipare la conclusione, esempio da manuale
di dove può giungere il moralismo e la supponenza di certi pastori (da
guardia) d'anime.

Perché dunque questa sorprendente cancellazione del Natale? Semplice:
monsignor Bianchi ha deciso che i suoi parrocchiani non erano degni di
tanta grazia, che la nascita di Cristo sarebbe stato un dono troppo
grande per loro, immeritevoli del Dio fatto uomo.
I nuovi Farisei del sociale

«Non siete pronti», ha detto dal pulpito il Savonarola bergamasco, «se
non sapete accogliere il diverso, lo straniero, non potete accogliere
Gesù Bambino. Perciò per voi il Salvatore non nasce». Dalle parole ai
fatti: don Attilio ha vietato al chierichetto di posare nel presepe
della chiesa la statuetta del Bambinello.

Erode il Grande, governatore della Palestina, fu condannato dalla
storia perché ordinò ai suoi sgherri di uccidere tutti i primogeniti
fino ai due anni maschi di Betlemme e dintorni, nella speranza di far
fuori il Bambino Gesù. Temeva che un re più grande e potente gli
potesse insidiare il potere. Monsignor Bianchi non ha avuto bisogno di
darsi tanto da fare come il disgraziato sovrano. Il piccolino non ha
dovuto cercarlo tra mille altri, lo aveva lì a portata di mano e non
ha dovuto architettare una strage. Gli è bastato prenderlo dallo
scatolone delle statuine di gesso, in sacrestia, e posarlo
sull'altare. Inavvicinabile.

Ma ha fatto di più: s'è sostituito a Colui che solo può leggere nel
cuore degli uomini e ha improvvisato nel tempietto bergamasco il suo
privato giudizio universale. Ha sottratto il Salvatore ai suoi
parrocchiani perché li ha ritenuti indegni d'essere salvati. «Il
messaggio che ho voluto dare», ha spiegato, «è proprio questo: Gesù
non ha paura di avvicinarsi agli emarginati, agli ultimi. È venuto il
momento che chi si dice cattolico metta in pratica gli insegnamenti di
Cristo». Ipse dixit.

Curioso davvero questo modo di esercitare la professione di ministro
di Dio. Probabilmente don Attilio ritiene che il Natale sia come la
promozione a scuola: occorre meritarsela con buoni voti. Che Dio sia
sceso sulla Terra diventando uomo solo a vantaggio degli ultimi (i
primi vadano pure all'inferno).

Tragico equivoco, anzi, ci sia consentito sospettare che con quella
teatrale scelta monsignore abbia compromesso quello che è l'autentico
senso del Natale: dono gratuito, immeritato, che solo l'immensa
misericordia di Dio può compiere. Come può un parroco decidere chi
ammettere o no a quel dono? Chi lo autorizza a presentare come dogma
la sua morale pseudo buonista e politicamente schierata?

I Farisei del Vangelo si comportavano allo stesso modo quando si
scandalizzavano del Maestro che cenava con gli strozzini o salvava
adultere e prostitute dalla lapidazione. Pure il moralismo è
cangiante: oggi don Attilio giudica pubblicani e peccatori sciorotti e
sciorette che magari commettono l'imperdonabile sacrilegio di andare
alla messa di mezzanotte in pelliccia. Che forse predicano male e
razzolano pure peggio.

Che pena quei sacerdoti che esigono dai fedeli il preambolo politico
come fosse il certificato di battesimo. Pretendono subito la
professione di povertà, l'impegno a favore degli ultimi e degli
emarginati. Poi avranno anche il Bambinello nel Presepe e il Natale
come monsignore comanda.

Che insopportabile e disumano moralismo, non diverso da quello dei
Farisei che si vantavano di rispettare il sabato e osservare le leggi
mosaiche. Persone rette, benpensanti, giuste, ma ferocemente
anticristiane. Perché non bisognose di nulla, sazi nella loro
perfezione etica e formale.

Beh, la storiaccia si ripete. Alla povertà evangelica dei cuori si è
sostituita quella marxista dello stomaco. Che va pure saziata, ma
c'entra nulla con il Natale. Avvenimento troppo grande e sconvolgente
perché qualcuno possa immaginare di poterselo meritare.
La perfetta imitazione

Il Salvatore è stato messo in Croce perché i sacerdoti del tempio non
accettavano di seguire il figlio di un falegname di Nazareth. A
Bergamo è stato addirittura eliminato alla nascita, negato a tutti: ai
poveri pastori come ai ricchissimi Magi.

Brutti tempi quando i laici debbono suggerire il mestiere ai
religiosi. E allora, vogliamo parlare a monsignor Bianchi con le
parole di Charles Péguy, grande scrittore cattolico. Scrive: «Prima di
questa perpetua, imperfetta imitazione di Cristo di cui parlano
sempre, c'è stata questa molto perfetta imitazione dell'uomo da parte
di Gesù Cristo, della miseria mortale e della condizione dell'uomo». È
questo "prima" che è nato a Betlemme. Via, don Attilio, abbia
compassione di noi e rimetta quella statuina nel Presepe di Santa Lucia.

mercoledì 24 dicembre 2008

Caro Gesù Bambino


mercoledì 24 dicembre 2008, 10:26
Caro Gesù bambino, ti prego riportaci presto il senso del peccato
di Susanna TamaroCaro Gesù bambino, mi permetto di disturbarti perché so che ormai non saranno in molti a farlo. Un esercito di tripponi vestiti di rosso e con barbe posticce ha invaso il tempo a te dedicato e - con il e di renne volanti - ha offuscato la straordinaria umiltà della tua nascita. Questa folla vociante di buontemponi dagli occhi sbarrati in un’espressione di perenne felicità si cala dalle finestre dei condomini, staziona davanti ai negozi e nelle strade più commerciali delle città.

Sono loro ormai a raccogliere i desideri dei nostri bambini. Come non provare simpatia per questi arzilli nonnetti? Non c’è malizia nei loro occhi né traccia di rughe sulle loro guance, dai loro sacchi non esce mai carbone. La loro presenza ci parla di un mondo privo di ombre, un mondo dove tutti si vogliono bene, si fanno regali uniti da una eccitata felicità. C’è del male a essere felici, a desiderare l’armonia? Naturalmente no, forse per questo la schiera di amabili tripponi sono diventati così popolari.

Però, caro Gesù bambino, un mondo in cui non esiste l’ombra mi lascia vagamente inquieta. Ci sono tante cose che vorrei chiederti, ma forse la prima - e la più importante - è proprio questa. Riporta la coscienza dell’ombra nei nostri cuori, restituisci a tutti noi questa dimensione così umana. Che cos’è infatti l’uomo, senza la consapevolezza del male? Dai tempi di Rousseau ci viene ripetuto che l’uomo nasce naturalmente buono e questa ossessiva ripetizione ha finito con il dare i suoi frutti. La colpa del male che ci circonda, ci viene detto, non è mai in noi, ma sempre al di fuori: è colpa della società, delle ingiustizie, della corruzione, dei nostri genitori, della parte politica avversa, ma non dipende mai da una nostra precisa responsabilità . Sono state edificate grandi dittature su quest’idea - dittature che hanno causato decine e decine di milioni di morti innocenti - ma ciononostante continua ad essere radicata. Cambiando le condizioni esterne, si continua a ripetere, l’uomo cambierà e sarà in grado di rendere la società più giusta, più tollerante. E se invece la priorità fosse quella di cambiare l’interno?

Nelle ultime pagine di Va’ dove ti porta il cuore la nonna scriveva alla nipote: «Ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante. Lottare per un’idea senza avere un’idea di sé è una delle cose più pericolose che si possano fare ». Riporta, dunque, nei nostri cuori, caro Gesù bambino, il senso di quella cosa ormai così ridicola, sorpassata e oscurantista che si chiama senso del peccato. Lo so, questo termine suscita nella maggior parte dei nostri contemporanei dei moti di fastidio o di ilarità: cosa c’entra il peccato con gli uomini moderni che dominano ogni cosa sotto la chiara luce della ragione? Sono convinti, penso, che il peccato sia un anacronistico sistema di controllo delle coscienze imposto dai vari fanatismi religiosi. Ma se invece il peccato fosse, come dice una delle sue etimologie ebraiche più frequenti, prima di tutto un «mancare il bersaglio», uno smarrire la strada, una deviazione di percorso? Deviazione dal nostro cammino di crescita. Che cos’altro è la vita dell’uomo se non un faticoso, affascinante, meraviglioso cammino verso il bersaglio, cioè la piena consapevolezza dell’esistere?

Un cammino di continua lotta contro le tenebre che cercano di sopraffarci, dove le tenebre non sono un dispetto fatto al Papa, ma quella forza oscura che costantemente agisce dentro di noi portandoci verso la chiusura, l’egoismo, l’odio per sé e per gli altri mascherato da mille suadenti volti. Il cammino dell’uomo non è altro che un processo di unificazione. Si nasce divisi, ci sono tante pulsioni in noi in lotta tra loro per predominare. Crescere vuol dire appunto discernere, imparare a distinguere ciò che è bene da ciò che non lo è. Il criterio per la distinzione è estremamente semplice: è bene tutto ciò che costruisce, tutto ciò che l’uomo fa per l’uomo nella dimensione dell’apertura e dell’amore; è male tutto ciò che, nel tempo, si dimostra portatore di divisione e di distruzione, anche se all’inizio è apparso benevolo.

Ogni mattina, quando mi sveglio e comincio la giornata, so che dentro di me sonnecchia un potenziale assassino, sento perfettamente viva la grande scimmia che c’è in me, una scimmia pronta a difendere il suo territorio a morsi e a colpi di randello, incapace di elaborare pensieri molto più complessi di quelli legati alla propria sopravvivenza. Sono però cosciente che invece quello che mi divide dalle grandi scimmie - quel due per cento di diversità genetica - è proprio la possibilità di scegliere e di costruire la mia vita sulla base di questa capacità. Ogni scelta naturalmente è una rinuncia: è rinunciando a delle cose che imparo a riconoscere la parte di me che vuole crescere da quella che, invece, vuole mantenermi ferma. In una società bulimica come la nostra, il discorso della rinuncia suona sinistro, eppure senza questo percorso non si potrà mai raggiungere la saggezza e la sapienza, vero scopo della vita dell’uomo.

Che senso ha invecchiare, inseguendo il simulacro dell’eterna giovinezza, gonfiandosi le labbra, le guance? Una società che non accetta il cambiamento, che non riconosce il principio del male è inerme davanti ai mostri che lei stessa produce. È una società che, per anestetizzare la propria coscienza, ha bisogno di alzare sempre più alte le bandiere dell’umanitarismo, della tolleranza, del pacifismo. Sente i demoni salire dentro di sé, ma non sa come tenerli a bada, così usa i surrogati: per non parlare del bene, ci fa indossare gli osceni abiti del buonismo volendo farci credere che indossare la pelle della pecora sia la stessa cosa che diventare agnelli.

Come dormiamo sereni con le nostre bandiere della pace alla finestra, con le petizioni che firmiamo, con le indignazioni che si susseguono giorno dopo giorno seguendo l’orchestrazione emotiva dei mass media. Com’è bello sentirsi buoni e giusti mentre il mondo intorno a noi è popolato di ottusi, di fanatici, di malvagi. Lottare per la giustizia sulla terra è una cosa importantissima, come tu sai, ma per farlo bisogna avere un cuore indiviso, capace di mettere sempre il mistero della persona in primo piano e non l’abito disonesto del pregiudizio e dell’ideologia.

Ci sono tante altre cosa che vorrei chiederti, caro Gesù bambino. Vorrei chiederti, ad esempio, di far sparire il cinismo dalle nostre menti e dai nostri pensieri, di riportare in noi la capacità di accogliere con stupore l’arrivo di un nuovo giorno, sapendo che qualsiasi cosa ci accadrà sarà comunque importante perché ci servirà per imparare. Cancella tutti gli «ismi» dai nostri cuori e riempili di compassione. Compassione per le persone, per gli animali, per le piante, per tutto il mondo che vive assieme a noi e, con noi, condivide il mistero del male. Rendi di nuovo innocenti i nostri bambini che abbiamo trattato come cassonetti della spazzatura buttando loro addosso ogni sorta di porcheria pretendendo poi che diventino delle belle persone e dei bravi cittadini. Ridona ai genitori la capacità di educare e di guardare a ogni figlio come un essere delicato e prezioso da trattare con fermezza e con amore, proteggendolo dalle oscenità del mondo circostante.

E infine porta un grande carico di vergogna a tutte le persone che occupano un posto di potere e non agiscono per il bene della comunità. Fai arrossire i corrotti, gli evasori, gli ipocriti, i demagoghi e tutti coloro che vivono proni davanti agli idoli del potere e del denaro. Caro Gesù bambino, fa’ che noi continuiamo a sentirci creature fragili, dal destino misterioso, dal compito affascinante e non automi docilmente succubi del fracasso dei media. Fa’ che siamo capaci di ribellarci a questa oscurità che ci viene fatta passare per luce, alle luci finte, alle barbe finte, alla pance finte, ai pensieri e ai sentimenti finti, alle finte eterne giovinezze. Fa’ che in ognuno di noi torni a radicarsi l’idea che non c’è altro senso del cammino della vita che la costruzione e la ricerca dell’amore. http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=316893

sabato 20 dicembre 2008

SOLSTIZIO D'INVERNO


Domani 21 dicembre 2008, alle 13:04 ora italiana avverra' il solstizio di inverno.

Il sole raggiungera' il nadir e da quel momento comincera' a risalire ...... e la giornata comincera' ad allungarsi

Buona luce e Buone Feste a tutti

Antonio Ambrosino

mercoledì 3 dicembre 2008

E LA VITA CONTINUA...


Nè mancano i gioelli per rallegrarci

domenica 30 novembre 2008

venerdì 28 novembre 2008

Leggi solo se hai tempo da dedicare a Dio

Leggi solo se hai tempo da dedicare a Dio:
Se ce l'hai, leggila fino in fondo.
Magari stai pensando: 'Non ho tempo per queste cose!'
Ma è questo modo di pensare che ha causato
molti problemi nel nostro mondo,oggi...

Confiniamo il Signore solo per la Domenica,forse...
O addirittura solo per le feste...
Però ci piace averLo intorno quando ci sono malattie, o disgrazie...
E naturalmente durante i funerali...

Ma non abbiamo tempo per Lui durante il resto della nostra vita,mentre stiamo lavorando,mentre stiamo studiando,mentre ci stiamo divertendo...
Perchè crediamo che queste cose sono alla base della nostra vita, mentre Dio crediamo che non lo sia...E non ci rendiamo conto che non potremmo fare neanche la più minima di queste cose senza il volere di Dio!!!
(Siamo tutti convinti che è per volontà nostra che facciamo queste cose!!!)

Gesù disse: 'Se ti vergognerai di me, Io mi vergognerò di te davanti al Padre mio.'
Perciò se non ti vergogni,se dentro il tuo cuore riesci a dire: 'Si,io amo il Signore,LUI è la sorgente della mia esistenza e il mio Salvatore..'Io posso ogni cosa perchè è Cristo che me ne da la forza..(Filippesi 4,13)' '
se ci riesci allora fai girare questa mail...

Leggi questa breve storia:
<Così mi inginocchiai e dissi una preghiera veloce,e altrettanto velocemente mi rialzai. E dentro di me mi sentivo apposto,avevo (a modo mio) adempiuto al mio dovere di Cristiano:La mia anima poteva stare in pace.
Durante la mia giornata (e durante tutte le giornate della mia vita) non avevo tempo da dedicare a persone bisognose,non avevo tempo per pregare,non avevo tempo per parlare di Cristo agli amici..e anche se ce lo avessi avuto non lo avrei fatto, perchè temevo che si prendessero gioco di me....Un giorno non avevo tempo,l'altro mi vergognavo..Fino a che,alla fine venne il tempo anche per me,il tempo di morire...
Andai davanti al Signore,e nelle sue mani vidi un libro:
Era il libro della VITA.
Gesù guardò il suo libro e disse: 'Non trovo il tuo nome. Una volta fui tentato di scriverlo..Ma non trovai mai il tempo per farlo..E anche se lo avessi trovato,mi vergognavo perchè temevo ciò che avrebbe pensato il Padre Mio...'>>
.........

Perchè è così difficile dire la verità mentre mentire è così facile?
Perchè siamo annoiati in Chiesa e appena usciti siamo così desti?
Perchè è così difficile parlare di Dio mentre è così facile parlare di cose scabrose?
Perchè è cosi facile cancellare una e-mail che parla di Dio,mentre inoltriamo quelle stupide?

Inoltra questa mail e mandala a tutti i tuoi contatti. E quando avrai finito: Prega..il Signore Gesù ha detto: 'Nessun'altra arma è stata data agli uomini,solo la preghiera..ma non c’è arma più forte della preghiera...'
Perciò trova il tempo per pregare,prega sempre,ogni giorno,più volte al giorno..ma nel pregare non usare preghiere imparate a memoria,né troppe parole,ma chiudi semplicemente gli occhi e apri il cuore...e parla con Dio immaginando che sia di fronte a te..perchè anche se non Lo vedi Lui c’è davvero, e ti sta ascoltando..e se lo preghi col cuore non tarderà di farti sentire che è lì...

................


Leggi quest'altra breve storia:
<Un giorno Satana e Gesù stavano conversando. Satana era appena ritornato dal Giardino di Eden,era borioso e si gonfiava di superbia. Diceva: 'Signore,ho appena catturato l'intera umanità,ho usato una trappola che sapevo non avrebbe trovato resistenza,e un'esca che sapevo ottima..e li ho presi tutti!'. 'Cosa farai con loro?',chiese Gesù.Satana rispose: 'Mi divertirò con loro! Gli insegnerò come sposarsi e divorziare; Come odiare e farsi male a vicenda;Come bere,fumare e bestemmiare; Gli insegnerò a fabbricare armi da guerra, fucili, bombe e ad ammazzarsi fra di loro..Mi divertirò tantissimo!!!'.'Ma presto ti stancherai,a quel punto cosa farai con loro?',chiese Gesù.'Li ucciderò!!!', esclamò Satana con superbia. 'Quanto vuoi per loro?',chiese allora Gesù. E Satana rispose: 'Ma va, non la vuoi questa gente, loro sono cattivi..Li prenderai e ti odieranno, ti sputeranno addosso, ti bestemmieranno e ti uccideranno..Non puoi volerli!!!'. 'Quanto?',chiese di nuovo Gesù. Satana sogghignando
disse: 'Tutto il tuo sangue,tutte le tue lacrime..Insomma la tua vita!!!'. Gesù disse: 'AFFARE FATTO'..e pagò il prezzo......>
Il pastore prese la gabbia e lasciò il pulpito....>>

..............

Non è strano come la gente possa scartare Dio e poi disperarsi e chiedersi come mai il mondo sta andando a rotoli?
Non è strano che alcune persone possono dire: 'Io credo in Dio',ma ciò nonostante seguire Satana (che, guarda caso, anche lui 'crede' in Dio)? Non è strano come noi riusciamo tranquillamente ad inoltrare migliaia di stupidaggini per e-mail che a loro volta si moltiplicano,ma quando inizi a mandare una e-mail che riguarda il Signore,la gente ci pensa due volte prima di condividerla?
Non è strano che, se penserai di mandare questa e-mail a qualcuno, ci penserai due volte prima di spedirla agli indirizzi nella tua rubrica (scartandone sicuramente qualcuno) perchè hai paura di ciò che possono pensare di te?
Non è strano come tutti gli uomini possano avere più paura dell'opinione che si faranno gli altri uomini, dell'opinione che si farà il Signore di loro?

............


.....LEGGIAMO LA PAROLA DI DIO.....


Poichè solo nella comprensione e nell'attuazione di ciò che c’è scritto nella Parola di Dio, c’è la salvezza dell'uomo...

Io pregherò affinchè ogni persona riceva questa e-mail, e si avvicini di più a Dio...
Amen


Maria

mercoledì 19 novembre 2008

PRIMA DECISIONE DI BARACK OBAMA

QUESTA L'OPPOSIZIONE ALL'ATTUALE GOVERNO


La vignetta di Giannelli - Dal Corriere della Sera di mercoledì 19 novembre 2009

lunedì 10 novembre 2008

sabato 8 novembre 2008

IO NON HO MAI DETTO QUESTO



FRA' INTESO.

ahahahahahahahahahahahah !!!

mercoledì 29 ottobre 2008

LUDOVICO EINAUDI - Nefeli (Only song)

Un musicista che non conoscevo,
Nadia, la figlia di Giumi ce lo ha indicato.
Grazie.

FILIPPO FACCI (click)


Guardate bene questa foto, leggete l'articolo cliccando sul titolo e ditemi se il suo scrivere non è esattamente la sua immagine viva, se la vivacità delle sue parole non gli somiglia.

giovedì 23 ottobre 2008

TABELLA INFLUENZA UMANA SUL CLIMA (click)


Dimostrazione pratica di quanto gli ambientalisti mentano.

mercoledì 22 ottobre 2008

ANTONINO ZICHICHI - SCIENZIATO


L’uomo che ha Fede è fortunato.
Chi non ha Fede è una persona cui manca qualcosa nel profondo della sua esistenza.
La Fede è speranza.
L’uomo che abbandona questa speranza non è un uomo, è un disperato.

CO2...IL KILLER INNOCENTE (click)

lunedì 20 ottobre 2008, 07:00
Ecco perché possiamo fare a meno di Kyoto
di Antonino Zichichi

La paura per le variazioni climatiche nasce dal fatto che il grande
pubblico ignora le contraddizioni rigorosamente «scientifico-
matematiche» che stanno alla base delle tanto declamate «previsioni»
dell'Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), un gruppo di
2.500 persone che ha fatto credere all'opinione pubblica mondiale:
la Scienza ha capito tutto sul clima. Se fosse vero, il futuro
climatologico della Terra sarebbe privo di incertezze e sotto il
rigoroso controllo della Scienza. Non è così. Diciamo subito che
quanto osservato fino ad oggi sul clima può essere dovuto a cause
naturali e che l'uomo potrebbe quindi entrarci poco o niente.
Anzitutto una precisazione. L'anidride carbonica è cibo per le
piante e non va quindi demonizzata come è invece giusto fare per i
veleni che l'industrializzazione selvaggia inietta nell'atmosfera.
Chi scrive è responsabile, con l'allora segretario generale della
World meteorological organization (il Professore G.O.P. Obasi),
della creazione del comitato scientifico dell'Onu da cui è poi nato
l'Ipcc. Di questo comitato faceva parte il più brillante
collaboratore di Von Neumann, padre della matematica meteo-
climatologica, l'allora giovanissimo Tsung Dao Lee (pupillo di Fermi
e Nobel) che introdusse la «terza dimensione» nella matematica meteo-
climatologica. Senza questa «terza dimensione» non potrebbero
esistere le «turbolenze», proprietà fondamentale di tutti i modelli
meteo-climatologici.
Il padre delle «turbolenze» ha preso parte ai Seminari di Erice
dedicati ai modelli matematici in uso nell'Ipcc e li ha giudicati
lungi dall'essere soddisfacenti. È necessario riportare nel cuore
dei laboratori scientifici queste tematiche. Il grande pubblico
vuole sapere quali sono le conclusioni che il rigore scientifico può
permettere di derivare dall'analisi delle misure fatte. Ecco le
risposte.
Un confronto rigorosamente basato su Matematica e Scienza ha portato
noi scienziati a due conclusioni. La prima dice che bisogna lavorare
ancora molto e con maggiore rigore per migliorare i modelli
matematici finora usati. La seconda dice che è necessario migliorare
non solo la matematica, ma anche i dati sperimentali. Un modello
matematico non può fare previsioni credibili se i dati sperimentali
sono grossolani. Che ci sia bisogno di saperne di più ce lo dice la
Nasa che ha lanciato nel 2005 due satelliti, Cloud-Sat e Calipso,
per studiare le nuvole. Questi due satelliti fanno oggi parte di un
sistema composto da sei satelliti e detto «A-train». Da questi sei
satelliti verrà una serie di misure sull'atmosfera terrestre finora
inesistenti. È la prova che le critiche venute fuori nei seminari di
Erice erano e sono di estremo valore. Il nostro ministro degli
Esteri segue da tempo, e con molta attenzione, ciò che la comunità
scientifica di Erice fa nello studio delle problematiche
climatologiche, in quanto Franco Frattini vuole che il rigore
scientifico entri in un tema su cui sono impegnati tutti i Governi
del mondo.
Con i nuovi dati sperimentali di «A-train» i costruttori di modelli
matematici potranno mettere a punto modelli più rigorosi per
descrivere le proprietà dell'atmosfera. Il caso dei satelliti di «A-
train» è solo un esempio. E infatti, prima di imporre ai governi
scelte che incidono per miliardi di dollari sulle attività
produttive, bisognerebbe saperne molto di più sull'atmosfera
terrestre. Sono questi i motivi scientifici alla base della
moratoria proposta da Berlusconi all'Europa.
Non dimentichiamo che la meteo-climatologia è dominata dal motore
meteo-climatologico in cui l'effetto delle attività umane è a
livelli inferiori al 10%. Il resto dipende da fenomeni naturali, che
vanno dall'energia che ci invia il Sole a ciò che accade nelle
viscere della Terra, con vulcani che iniettano nell'atmosfera enormi
quantità di materiali e con le fessure della crosta terrestre da cui
escono enormi quantità di lava che genera forti perturbazioni nella
dinamica degli oceani: lo strato liquido della superficie terrestre.
Sono queste perturbazioni che hanno fatto passare i Paesi Scandinavi
da un clima fortemente rigido a quello moderato d'oggi, mentre la
Groenlandia da «terra verde» è diventata l'attuale distesa di
ghiaccio. Quando accadevano queste «variazioni climatologiche» le
attività umane erano inesistenti. Dare priorità al rigore
scientifico nello studio di quanto incidono le attività umane sulle
variazioni climatologiche è ciò che il ministro della Ricerca
Scientifica, Mariastella Gelmini, vuole affinché i miliardi di euro
necessari per il Protocollo di Kyoto siano spesi bene. Di Kyoto si
può fare a meno, del rigore scientifico no.
*Presidente World Federation of Scientists

martedì 14 ottobre 2008

Dedicata ad una randagina


Dolcissima Musetto,
Arrivasti un giorno improvvisamente da me; eri nera , sporca, col pelo durissimo per tutto il frontline che ti avevano spruzzato, avevi una zampetta in meno, due denti soltanto ed eri spaventata da morire, ma non lo davi a vedere.
Mi avevano telefonato il giorno prima dicendomi di questa emergenza: una cagnolina randagia era stata presa sotto da un autobus, le era stata amputata una zampina e correva il rischio, indifesa com'era, di morire appena rilasciata libera; mi chiedevano se la potessi prendere io; mi si rizzarono i capelli in testa...avevo già tre cani presi dalla strada, ero in casa di affitto...come avrei potuto fare????
Nel giro di pochi minuti, mentalmente, mi organizzai una bella discussione e definizione del problema col padrone di casa ,poi dissi che saresti potuta venire da me, Musettino dolce.
E arrivasti quella mattina...ti andasti subito a rintanare sotto un albero e con un coraggio insospettabile in una cagnolina piccola e indifesa come te, facesti subito capire alle altre cagne che avrebbero fatto bene a starti alla larga: il bluff riuscì sempre perfettamente...non avrebbero mai capito che avevi solo due denti...:_o)
Come faccio a riassumere in pochi righi quello che tu sei stata per me?.....una mia sorella diceva che il mio comportamento non era giusto nei confronti delle altre che avevo già da tempo; ma non potevo regolarmi di versamente...capivo in quel momento quell'atteggiamento, a volte di parte, che può avere una madre nei confronti dei propri figli: pur non togliendo niente a nessuna delle altre mie cagnoline, non potevo non dare a te, Musetto , quello che rifiutavo ad altri: il permesso di stare in cucina, il permesso di venire in macchina con me, di stare sempre con me...ogni giorno ...sempre
Eri una cagnolina randagia, avanti con gli anni, ne dovevi aver passato di cotte e di crude, visto il tuo atteggiamento sempre battagliero e che dire di quella sensazione di serenità, di dolcezza che mi trasmettevi quando ti prendevo in braccio o ti accoccolavi vicino a me....
Con sole tre zampe, ti vidi un giorno di straforo che guardavi il divano...lo annusavi....cercavi di salirci sopra....ma non ci riuscivi; allora ti allontanasti, misurasti la distanza, volutamente prendesti la rincorsa... E ci saltasti su...!!!!!eri da ammirare Musetto dolce...solo da ammirare!
Ma I guai non erano finiti per te.....un giorno ti vidi cominciare quasi a svenire, ti lasciavi andare piano piano per terra...poi cominciasti a tremare....son stata insegnante di sostegno...dissi una parolaccia e: "pure l'epilessiaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!ma tutte a te son Venute???!!!!!!!!!!!
E allora sotto con le cure per tenere sotto controllo. L'epilessia....veterinario, farmacia...si continua così...per alcuni anni... tutto procede bene, abbastanza bene dopo il primo impatto reciproco...ricordi, Musetto?
Io ricordo quella volta...una delle prime volte che stavamo insieme; eri in macchina con me e il padrone di casa brontolava e io mi chiedevo se fosse stato più giusto rimandarti a chi ti aveva mandato da me; mi voltai a guardarti e i nostri sguardi si incrociarono; il tuo era orgoglioso, non chiedevi pietà, no, per niente...avevi capito quello che pensavo e sembrava che mi dicessi con lo sguardo: "ma TU ...tu chi sei per decidere del mio destino? Come ci son capitata quì, che vuoi da me" eri altera e sdegnosa....mi pentii di quello che avevo pensato: saremmo rimaste insieme, fino a quando si sarebbe potuto.
Intanto..:-o)) intanto eri la prima che correva velocemente alla coppa del mangiare, eri quella che ringhiava con tutte le forze alle cagne più grandi di te che si allontanavano spaventate, eri quella che spaventava un vigile che si avvicinava troppo alla macchina, eri quella che disperatamente si avvinghiava alle mie braccia se solo pensavi che qualche amico o amica volesse prenderti in braccio per coccolarti: eri semplicemente Musetto...
Ecco che arriva un'estate...maledetta estate.....io ricordo esattamente quello che accadde.....eri lì tranquilla a dormire nella tua cuccia per terra...io guardavo la tv....vedo volteggiare una zanzara : penso che la devo eliminare..non lo faccio subito, accidenti a me....dopo qualche minuto, ti sento guaire e e vedo che ti tocchi l'orecchio.......guaendo.
Dopo alcuni giorni, facendoti il bagno, sento delle crosticine....via di corsa dal veterinario; visita, tremendi sospetti, analisi del sangue, verdetto: leshmaniosi!
Quella che ti aveva punto, Musetto era una zanzara tigre, portatrici di questa malattia non mortale per gli uomini e curabile eventualmente, ma mortale e contagiosa per gli animali.
Iniezioni, cicli lunghi di iniezioni...isolamento dalle altre...fino a quando non le sopportavi più...ti eri stancata di farti pungere tutti i giorni.
Ci guardammo negli occhi io e te.....e facemmo un patto...ti avrei fatto vivere il più possibile naturalmente......senza più costringerti a sentire dolore.......e quando mi fossi accorta che il tuo piccolo corpo non poteva più sostenere la battaglia, ti avrei aiutato a...dormire.
E' accaduto l'estate scorsa, Musetto mio, la malattia aveva intaccato i reni....ti presi, ti coccolai, e tu ti mettesti tranquilla tra le mie braccia, serena.....in macchina guidavo e resistevo alle lagrime, ma ti salutavo dolcezza...e tu lì tranquilla e completamente abbandonata su di me con quella sensazione di dolcezza che ancora io sento, nonostante il tempo....
Veterinario.
Mi si dice: "mettila sul tavolo" ed io : "no, tra le mie braccia, non deve capirlo" poi , tutto semplice...due iniezioni, Musetto è sempre calda e tenera tra le mie braccia.
Ora è sotto un albero,un mio albero e serena spero....e finalmente libera da tutti i dolori che ogni cane randagio sopporta e che non sa esprimere.

Agnese

giovedì 9 ottobre 2008

QUESTA E' GIUSY, UNA CARA AMICA (click)



Ma non è tutto qui.
Giusy è un vulcano di sentimenti che dimostra con sbuffi clamorosi, che esprime con getti di lapilli infuocati e innocui insieme, che sa suscitarti ilarità e tenerezza nel medesimo momento, Giusy è una forza della natura, ha chiare opinioni e una schiettezza disarmante, i suoi pensieri prendono immediata forma di parole e le sue parole riescono a trasformarsi in colori indelebili

domenica 5 ottobre 2008

SARA' !?

mercoledì 1 ottobre 2008

ROBA DEL MOMENTO

sabato 27 settembre 2008

UN ALTRO MITO DEL CINEMA SE N'E' ANDATO


Arrivederci Paul Newman

giovedì 25 settembre 2008

LO SGUARDO DI SONJA…

Prostitute a Roma.

Il tema non riguarda appena la cronaca e le multe di questi giorni, ma la storia. I millenni. Qualcuno aveva insinuato che addirittura la mitica “lupa” di Romolo e Remo esercitasse in realtà il mestiere più antico del mondo.

Nell’urbe tale “professione” sempre prosperò. I lupanari della Roma imperiale diventarono infine un luogo di martirio quando – durante le persecuzioni - vi furono trascinate delle ragazze cristiane che, prima di essere massacrate, dovevano subire pure lo stupro.

Diventata la città santa, cuore della cristianità, la città dei martiri Pietro e Paolo, la città dei Papi “onde Cristo è romano”, curiosamente Roma non ha mai conosciuto il furore moralistico della Ginevra calvinista o dell’America puritana contro le prostitute.

La Chiesa ha tutt’altro rapporto coi peccatori. Non ne ha affatto paura. Anzi, è alla loro ricerca continua come il padre del figliol prodigo.

Ritiene più pericolosi i farisei, ricordando il fiammeggiante ammonimento che rivolse loro Gesù: “le prostitute e i pubblicani vi precedono nel regno di Dio”.

Naturalmente non era un avallo al peccato. Ma Gesù constatava quanto era seguito, venerato e ascoltato da quelli che erano feriti dal peccato, che si sentivano dei poveracci, che non si reputavano qualcuno. Gesù commuove sempre i peccatori.

Nella storia medievale si trovano diversi episodi dove emerge questa fede, come quando le “filles de joie” parigine, nel 1200, vollero pagare e offrire a Notre Dame una grande vetrata. Gli eretici spesso se ne mostrarono scandalizzati. I catari ad esempio facevano fuoco e fiamme contro i francescani e i domenicani perché i frati cercavano di salvare queste “marie maddalene” e queste andavano in processione e facevano le loro elemosine.

Del resto la stessa genealogia di Gesù riportata dai vangeli era definita da Péguy “spaventosa”. Un nome per tutti: Raab, prostituta di Gerico. La “Lettera agli ebrei” la menziona addirittura come esempio di fede. E’ nella genealogia del Salvatore: infatti è la bisnonna di Davide.

Dio si è incarnato in questa umanità, prendendone su di sé tutto il peso e la condanna. Il cristianesimo è un Dio che si abbassa fino al fango, per salvare, non per condannare. Per questo ha accettato di essere ucciso col supplizio dei criminali e dei maledetti.

Del resto a Lourdes la Madonna appare nella grotta di Massabielle che fino ad allora era stata usata come rifugio per i maiali.

E nell’apparizione delle Tre Fontane a Roma il luogo scelto dalla Madre di Cristo è simile. Sono due perfette metafore della storia.

E’ in questa porcilaia che è la storia umana che irrompe la purezza, la potenza della misericordia. Cosicché dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia. I

nfatti Gesù era accusato da scribi e farisei di essere “amico dei peccatori”.

La sua Chiesa fa lo stesso. Non è amica del peccato, anzi ne denuncia l’orrore, la degradazione, la disperazione. Ma sente i peccatori come figli suoi. E qual è la madre che non ha pietà dei suoi figli? La Chiesa sa che il suo compito è perdonare. Conosce la natura umana, così nelle pagine dei padri della Chiesa si parla della prostituzione sempre come un vizio degradante, ma inestirpabile. La Roma dei Papi non ha mai preteso di sradicare il vizio sapendo che il mondo è il regno dell’imperfetto e la zizzania quaggiù cresce col grano. Si deve tollerare il male minore spesso per evitare mali peggiori.

I Papi cercarono di limitare la prostituzione, di relegarla in certe zone marginali, di evitare che sconvolgesse la vita civile della gente comune. Ma con realismo.

Bisognerebbe riflettere sulla millenaria saggezza della Chiesa oggi che – giustamente – si cerca di metter fine al mercato degli schiavi sulle strade delle città: è questione di diritti umani elementari, come voleva far capire don Oreste Benzi.

La Chiesa per secoli ha cercato di aiutare queste povere ragazze a riscattarsi. Molte per esempio erano costrette a prostituirsi dalla loro povertà.

E fu vedendo questa triste situazione che un famoso cardinale del Quattrocento, Juan de Torquemada, attingendo ai suoi fondi e coinvolgendo un altro illustre cardinale, il Carafa, grande umanista, convinse il papa Paolo II a istituire una specie di dote per le fanciulle povere che permettesse loro di sfuggire al triste destino della prostituzione e sposare i loro innamorati, costruendo una famiglia.

Il rito della consegna di queste doti, che iniziò nel 1465, veniva celebrato nella chiesa di S. Maria sopra Minerva a Roma, il 14 febbraio, nella cappella dell’Annunziata, ed è da lì che quel giorno è poi diventato la “festa degli innamorati”. Perché, come spiega lo storico De Maio, i beneficiari “non erano soltanto delle coppie giuridiche o dei soggetti sacramentari, erano innamorati”.

A Roma fiorirono tante opere di carità che si prendevano cura delle fanciulle povere. Papa Innocenzo III stabilì perfino la “remissione dei peccati” per coloro che avessero sposato delle ragazze di strada. Definendo come un grande atto di carità “sottrarle ai lupanari”.

Come si vede il film “Pretty woman” non era neanche stato immaginato quando accadevano queste storie d’amore e la Chiesa caldeggiava vivamente il lieto fine, anche con i suoi regali soprannaturali, ben sapendo che tutte le creature (e specialmente le donne) sono fatte per amare ed essere amate dal loro uomo e non per vendere il loro corpo ai passanti.

A volte le misure per ridurre la prostituzione avevano una storia strana.

Per esempio a Sisteron, in Francia, le meretrici che arrivavano in città per “esercitare” dovevano pagare una tassa, la quale era devoluta al convento delle clarisse, che erano suore molto povere. E queste suore allora, per gratitudine, pregavano Santa Chiara, la Madre di Dio e il Salvatore per quelle ragazze che facevano tutt’altra vita, ma che sentivano certamente come sorelle. “Molte meretrici” scrive Stefania Falasca su 30 Giorni alcune notizie storiche, “per mezzo di queste opere di convertivano o trovavano lavori onesti. E durante il basso medioevo sono sempre più numerosi i conventi formati da ex prostitute che adottano la regola di Citeaux. Mai come nel medioevo il culto di Maria Maddalena è stato tanto diffuso”.

Del resto non sono piccoli i casi di santi che, prima della conversione, hanno vissuto nel vizio. Leggendo uno dei più grandi scrittori cristiani, Dostoevskij, si fa una scoperta curiosa, che don Divo Barsotti sottolineava: “la creazione più alta in cui si incarna, nei romanzi di Dostoevskij, la santità è paradossalmente una prostituta.

Nemmeno Zosima (il monaco staretz dei ‘Fratelli Karamazov’, ndr) vive una viva comunione con Dio personale come Sonja in ‘Delitto e castigo’… La religione di Sonja è adesione di tutto il suo essere a Cristo. Essa crede in Dio, nel Dio vivente e vive un rapporto con Dio di umile e confidente abbandono”. E questa è la voce del padre, depravato ubriacone, su Sonja: “Colui che ebbe pietà di tutti gli uomini, colui che comprese tutto, avrà certamente pietà di noi.

E’ l’unico giudice che esista.

Egli verrà nell’ultimo giorno e domanderà: ‘Dov’è la figliola che si è immolata per una matrigna astiosa e tisica e per dei bambini che non sono i suoi fratelli? Dov’è la figliola che ebbe pietà del suo padre terrestre e non respinse con orrore quell’ignobile beone?’.

Ed Egli dirà: ‘Vieni, ti ho già perdonato una volta e ancora ti perdono tutti i tuoi peccati, perché hai molto amato’. Così Egli perdonerà la mia Sonja, le perdonerà, io lo so, so bene che la perdonerà… (…) E tutti giudicherà e perdonerà… E quando avrà finito con tutti, allora apostroferà anche noi: ‘Uscite’ dirà ‘voi pure, uscite voi viziosi!’. E noi usciremo tutti, senza vergognarci e staremo dinanzi a lui.

Ed egli ci dirà: “Porci siete! Con l’aspetto degli animali e con il loro stampo; però venite anche voi!’.

E obietteranno i saggi, obietteranno le persone ricche di buon senso: ‘Signore, perché accogli costoro?’.

Ed Egli risponderà: ‘Io li accolgo, o savi e intelligenti, perché nessuno di loro si credette degno di questo favore’, e ci tenderà le braccia e noi ci precipiteremo sul suo seno e piangeremo dirottamente e capiremo tutto.

Allora tutto sarà compreso da tutti e anche Katerina Ivanovna comprenderà, anche lei. O Signore, venga il Tuo Regno’ ”.

Antonio Socci

Da “Libero” 21.9.2008

lunedì 22 settembre 2008

giovedì 18 settembre 2008

sabato 6 settembre 2008

venerdì 5 settembre 2008