domenica 11 settembre 2011

11 settembre 2011, Ambra avrebbe ricordato Dagoberto


Ad ogni anniversario di quell’11 settembre il mio pensiero va ad una persona che ha perso eroicamente la vita per il nostro Paese, di lui mi raccontò la storia un suo amico e collega

Domani ricorre l’anniversario dell'attentato al World Trade Center. Quel giorno ha segnato la vita di tutte le persone abitanti della Terra. Conosco personalmente una di queste persone direttamente coinvolte. Ogni tanto, quando la stanchezza gli fa abbassare la guardia, durante il sonno, ricorda quel giorno, lo rivive. Solo ultimamente ha incominciato a parlarne.

Ogni anno, come un'ossessione, ritorna la voglia di leggere una lettera pubblicata alcuni giorni dopo l'attentato. Una dichiarazione di orgoglio dell'identità in cui l'occidente dovrebbe riconoscersi. Non sono stato in grado di trovarla. Da come se la ricorda, più o meno recitava sul tipo: "puoi colpire il Wct puoi colpire Miss Liberty, puoi colpire La casa bianca, ma non potrai mai colpire l'America." Se fosse possibile, mi dareste una mano a ritrovarla?

l'11 settembre 2001 ero negli States per un corso di aggiornamento. Scambio culturale, mettiamola in questo modo. Mi avevano dato due giorni di libertà. Quindi, con mia moglie mi sono trasferito a NY. Dopo aver trascorso la prima giornata visitando la Grande Mela, io e mia moglie ci mettemmo d’accordo. Avevo un Briefing con Roma. L'avrei raggiunta alle Twin Tower verso le 9 am ora locale. Lei era arrivata assieme ad una sua amica alle 8.30 am. La sua amica aveva un ufficio all'80° piano. Stavo raggiungendo le torri quando vidi il primo aereo infilarsi nella prima torre... Purtroppo sono riuscito a raggiungere il 30° piano...Da quel momento il mio ricordo è tutto al rallentatore... Le persone che scendevano, calpestando chi inciampava, i pompieri che stavano salendo. Ogni piano si fermavano per fermare il più calmo per aiutare gli altri. Ho visto un paio di persone che cadevano dai piani alti. Sembravano delle foglie spinte con le punte che si dibattevano incontrollate...

Sono stato uno degli ultimi ad uscire prima del collasso. Di mia moglie ho solo una parola: "Missing".

Da quel momento il mio unico compito è quello di beccare questi bastardi... non mi interessa se chinano il culo in qualsiasi direzione... il loro posto è "six feet under"

Purtroppo durante una delle sue rischiose missioni ha raggiunto sua moglie

venerdì 9 settembre 2011

Dal giornalaio, passando per il lecceto Scritto da Pibond




domenica 24 agosto 2008


Durante la mia breve vacanza da Roma, per raggiungere l’edicola dei giornali, dovevo attraversare un boschetto secolare di lecci.
In quel luogo, ovunque si orienti lo sguardo, non si vede niente di dritto.
Tutto è contorto a tal punto che io, lettore in Legno Storto, ho difficoltà di scegliere quale ramo usare per rappresentare questa categoria alla quale mi onoro di appartenere. Potrei scegliere un suo ramo, grosso o sottile, tendente a destra o a sinistra, ma pur sempre storto come molte miserie di questo mondo. Ho fatto qualche tentativo in tal senso, ma i rami che formano gli alberi hanno uno sviluppo così complesso da rendere impossibile la scelta, ovvero, sarebbe semplice se lo scopo fosse solo un fatto estetico e non un fatto di razionalità.
Nella foto sono presente dietro l’obiettivo col mio amatissimo cane Oliver che mi guarda con aria interrogativa e preoccupata posando ritto e attento davanti al tronco centrale: siamo le uniche essenze che, in quel luogo, richiamano l’idea tendenziale del dritto o, meglio, del non completamente storto.
Perché questo preambolo? Perché, a mio parere, stare in Legno Storto, suscita la stessa idea del stare nel lecceto. I rami si contorcono confondendosi con i tronchi in modo da costituire una grande capanna sostenuta da colonne che si avvinghiano l’un l’altra; in LS l’insieme delle informazioni si contorcono attorno agli argomenti inducendo il lettore a cercare punti dai quali partire per tracciare delle linee dritte verso un baricentro ideale, come Oliver, al centro dell’immagine.
Questa scoperta ha portato la mia coscienza ad un vago senso di colpa.
Il lecceto ha bisogno della sola cura di non subire il danno di chi lo frequenta: e ciò perché cresce sulla nuda terra dalla quale, assieme all’aria, trae la linfa per mantenere la sua robusta struttura. Il Legno Storto, invece - storto com’è - ha bisogno di cure del tutto particolari, perchè si radica su risorse umane sostenute da ben poco, oltre all’entusiasmo espresso dalla volontà di alcuni nostri simpatici e carissimi amici che ne curano la redazione e l’allestimento facendosi largo nell’intricata ed insidiosa metropoli di internet.
Insomma, mi trovavo davanti ad uno scrupolo che, in precedenza, avevo egoisticamente superato col pensare che bastavano le visite e l’invio di scritti per portare avanti la baracca.
Mi accorsi che non era giusto pensare che i commenti agli articoli, oppure le risposte nei 3D compensino automaticamente la gratuità della partecipazione al forum sia come lettore sia come scrittore.
Allora ho preso una decisione. Mi sono volontariamente quotato per un abbonamento annuo di € 149,99 (la metà di quello per un giornale).
Lo faccio con entusiasmo sperando che altri l’abbiamo già fatto o che mi seguano in questo mio ragionamento contorto come da tradizione, ma molto diretto ed efficace nei suoi effetti.
C’è un secondo motivo che mi ha spinto verso questa decisione. La situazione della stampa italiana in Italia e all’estero. Tutta la stampa è sovvenzionata dallo stato, oppure sostenuta dagli sponsor: la prima cosa deve cessare; la seconda deve riguardare solo la stampa specialistica o la sola raccolta di finanziamenti per investimenti a scopo di lucro. Il Legno Storto quotato in borsa, sarebbe carino!!
Il Legno Storto deve essere sostenuto essenzialmente dai suoi lettori e perché questo avvenga occorre che si convincano di pagare un prezzo equo che consenta la copertura dei costi ed un suo sviluppo su basi solide. La libertà di parola ha un costo per chi la pronuncia o la scrive a differenza di quella di opinione che è gratuita perché non è impegnativa per la coscienza di chi la esprime.

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L’immagine è stata ripresa nel lecceto prospiciente all’accesso al porto turistico di Cala dei Medici, nel Comune di Rosignano Marittimo

http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=22675

venerdì 26 agosto 2011

Ciao Ambra


La mia carissima sorella Ambra purtroppo non è più tra noi !

Solo oggi riesco a venire qui tra le tue cose, in punta di piedi però, giusto il tempo per un fiore.

Ciao sorellina, non ti scorderò mai !

Maria

giovedì 14 aprile 2011

BELLA COME LA VERITA'

domenica 13 marzo 2011

venerdì 11 marzo 2011

FUMO DI LONDRA di NICHOLAS FARRELL

Ai comunisti non basta la patente. Mi vogliono in galera.

Come ho scritto l’altro giorno
mi hanno ritirato la patente
per guida in stato di ebbrezza qui
nella rossa Romagna, per la seconda
volta, a notte tarda, un certo
poliziotto comunista di nome
Mussolini.
Stavo tornando a casa come al
solito, tranquillo, e lui per beccarmi,
riconoscendo la mia Landrover
Defender a passo lungo versione
anti-comunista, ha mollato
di corsa il suo posto di blocco.
Non ho mai avuto un incidente
stradale in vita mia e una cosa la
sappiamo tutti: sono gli uomini
giovani, strapieni non solo di alcol
ma di testosterone, che causano
le stragi non le fighesmesse come
me. Pazienza. Hoscritto: a questo
punto vado in Istria con la mia famiglia,
non ne posso più dell’Ita -
lia.
Bene. Ieri mi è arrivato a casa il
penale in tempi da record, stile
Berlusconi nel caso Ruby, probabilmente
grazie a quel pezzo che
ho scritto su questo giornale. Il
giudice ha deciso: una multa di
15.700 euro e il ritiro della patente
per due anni. Peggio di così... Grazie
a Dio il mio Defender è intestato
a mia moglie se no sarebbe stato
sequestrato e fra poco venduto.
Mia moglie mi ha detto: «Vai in
galera, così almeno non paghi la
multa, e lì dentro non puoi bere il
Sangiovese, il tuo computer ce
l’hai e puoi lavorare, e ci lasci in
pace per un po’, e ti converti al
cattolicesimo, mi raccomando. Io
e i tuoi quattro figli (piccoli) abbiamo
bisogno dei tuoi soldi, capito,
stronzo?».
Pensandoci, non sarebbe male
andare in galera per un bel po’ (la
raccomandata della Procura parla
di “arresto da sei mesi a un anno”).
Che differenza c’è alla fine fra
“Le Petit Arquebuse”, l’osteria
dove tengo il mio quartier generale
nel centro storico di Forlì a due
passi dall’Oviesse, soffocato da
comunisti rifatti, e un carcere? Ma
alla fine ho deciso di evitare a tutti
costi il carcere, quello vero, per un
semplice motivo: ho paura di essere
sodomizzato. Cioè: nel bene
e nel male non sono Pasolini. Le
Petit ha tantissimi difetti, lo so,
ma almeno la clientela non mi sodomizza.
Il mio avvocato mi dice
che ci sia un’altra strada da proseguire.
Per dimezzare la pena possofare
un lavoro di pubblicautilità.
Che bello.
Cioè: potrei fare, fra l’altro, lo
spazzino per sei mesi. Quest’idea
mi attira. Ho già fatto lo spazzino
a Londra da giovane. Conosco i
miei polli. Il segreto di quel lavoro
lì è di nascondersi a tutti i costi per
non fare un cazzo. E so come fare.
E se il capo fa un controllo e ti dice
«Ma Viale Bologna è sporchissima,
come mai?» tu rispondi: «Sì
ma ha tirato un brutto vento in
questi giorni». E così via.Hochiesto
all’avvocato: «Non posso lavorare
con le piante in un vivaio per
esempio, mi piacciano le piante,
o con gli animali?». Preferisco, per
motivi ovvi, evitare i matti. Già
non sento a post psicologicamente
me stesso, e se vedo un
matto la cosa mi turba. Perché vedo
me stesso. Ma una pianta che
cresce e prospera è un’altra cosa.
È una cosa bellissima! (e non parla
a differenza di una donna). Una
volta, ad esempio, ho scritto un
articolo per un giornale inglese
sulla mia ricerca del pomodoro
perfetto. L’ho trovato a Pachino in
Sicilia, sotto Catania. Il pomodoro
perfetto deve essere sia dolce
sia salato. E lì giù (grazie alla mafia?)
c’è. Il mio avvocato mi ha risposto:
«Strano ma vero, secondo
la legge potresti anche fare il giardinaggio
». Sì, al limite, non è male
come idea ma preferisco guidare
il mio Landrover Defender piuttosto
che fare il giardinaggio.
Allora? Allora penso sempre di
più di andare sul serio con tutta la
famiglia in Istria che è vicino a
Trieste e quindi all’Italia, dove
posso guidare (solo in Italia non
posso guidare). E poi quando scadono
i due anni del ritiro in Italia,
chissà, forse torno, forse no. Dipende.
Per dire la verità sono stufo
dellaRomagna edeiromagnoli
e della loro cucina del cazzo e tutti
questi comunisti. Vedremo