giovedì 30 aprile 2009

Alberto Sordi - Te c'hanno mai mannato a quel paese

Dedicato a Veronica Lario.

mercoledì 29 aprile 2009

EURODEPUTATE



venerdì 24 aprile 2009

mercoledì 22 aprile 2009

Slow loris loves getting tickled

Grazie a Needle ho trovato una cosa meravigliosa

martedì 21 aprile 2009

Forse sei un talibano se...


1. Ti guadagni da vivere raffinando eroina, ma hai delle obiezioni morali
contro la birra.
2. Possiedi un mitra da 3.000 $ ed un lanciarazzi da 5.000$ ma non ti puoi
permettere delle scarpe.
3. Hai piu' mogli che denti.
4. Ti pulisci il sedere con la nuda mano sinistra, ma consideri la pancetta
"immonda"
5. Pensi che i giubbotti siano di due tipi: giubbotti antiproiettili e
giubbotti bomba suicida
6. Non ti viene in mente qualcuno contro cui tu non abbia proclamato la
guerra santa
7. Consideri la televisione pericolosa, ma di solito trasporti esplosivi
nelle tasche dei tuoi abiti.
8. Ti sorprendi a scoprire che i telefoni cellulari servono anche ad altro
oltre che a detonare bombe ai lati delle strade.
9. Hai mai detto a qualcuno "mi piace come hai sistemato la tua caverna"
10. Non hai niente contro le donne, anzi pensi che ogni uomo ne dovrebbe
possedere almeno una.
11.Fai il bagno almeno una volta al mese, che sia necessario o no.
12. Hai avuto talvolta una infatuazione per la capra del tuo vicino.

lunedì 20 aprile 2009

Di Pietro: Nessuno vuole Tonino a tavola. Ecco perché !



Ma dai che è carino.........

Guardate che non c’è mica tanto da ridere: Di Pietro che dice «Alla Camera nessuno vuol pranzare con me» è una nota drammatica, non comica. Certo, è il suo modo di ribaltare ogni realtà a suo favore, e difatti la frase completa che ha pronunciato all’apertura della campagna elettorale è stata questa: «Alle Europee avremo successo, si vede dalla rabbia che abbiamo contro. A pranzo in Parlamento non trovo nessuno che si sieda a tavola con me». Ma voi non sapete che dramma c’è dietro questa frase: e non solo per un particolare di cui sono a conoscenza i cronisti parlamentari, e cioè che neanche i suoi compagni di Partito spesso vogliono pranzare con lui. Il problema è più antico e va oltre la storica incapacità di amicizia dell’ex contadino «imparato» a diffidare di tutto e di tutti, e va addirittura oltre il fatto notorio e politico che la lealtà, Di Pietro, non sappia neppure che cosa sia.

Ma non è una questione di conoscere la biografia del personaggio, non è necessario conoscere il solito elenco di quelli che presto o tardi l’hanno abbandonato: da Pietro Mennea all’ex fidatissimo Elio Veltri, dal deputato Valerio Carrara ai vari Rino Piscitello, Federico Orlando, Milly Moratti, Sergio De Gregorio, persino Paolo Flores d’Arcais: «Gente che ha capito il personaggio e ha preso le distanze» ebbe a commentare Veltri. E non abbiamo neppure menzionato Walter Veltroni e perché no, Massimo D’Alema, colpevole della malsana idea di candidarlo nel 1997 al Mugello. Con uno così al limite ci potresti pranzare lo stesso: anzi, certe simpatiche carogne sono dei commensali molto meno noiosi di certe anime belle e narcotiche. Il problema è che a 59 anni suonati, i suoi, una certa sua aura, una certa sua brezza inferiore, ormai ti soffia in faccia direttamente. La si sente. È l’aura fatalmente negativa di chi ha fondato una carriera sulla galera altrui e stringi stringi la alimenta con la promessa di dispensarne ancora.

La sua storia è quella che è, l’avventura di una spugna che assorbe e non restituisce, quella del cane che morde la mano che l’ha nutrito, mors tua e valori suoi. Le psicoanalisi da due soldi valgono giusto due soldi, troppi per buttarli in retrospettive inutili. Di Pietro viene da una famiglia dove la capacità di autocontrollo della madre come pure del padre, che interiorizzavano ogni dolore se non altro per necessità, potrebbero sembrare essere buoni indizi del suo carattere decisamente anaffettivo: la madre, in particolare, di fronte alle durezze della vita sapeva essere glaciale ed è stato proprio suo figlio, in una biografia, ad attribuirle quel «prega i morti, frega i vivi» che è un motto da lui ereditato solo nella parte meno religiosa, pare: ma queste sono sciocchezze. Ciascuno è responsabile di sé, punto: dunque di una condotta dove non esista gratitudine, lealtà, coerenza, amicizia che non sia complicità di contingenza. Comportamenti, questi, utili in politica, ma squallidi nel privato. Forse un pizzico sgradevoli anche solo per un pranzo alla Camera. La storia di Di Pietro, umanamente, si sente, non c’è bisogno di conoscerla tutta. Definitiva pareva la vicenda della sua amicizia con Pasqualino Cianci, già raccontata su queste pagine poco tempo fa. Di Pietro, in vita sua, ebbe un solo amico del cuore con cui divise la giovinezza e anche i fasti di Mani pulite: e quando l’amico fu accusato d’aver ucciso la moglie, nel 2002, Di Pietro gli si presentò come suo avvocato e lo valorizzò pubblicamente come suo amico d’infanzia. Poi l’amico venne arrestato e Di Pietro passò ad accusarlo con gli stessi materiali raccolti per difenderlo, valorizzando come amica d’infanzia la moglie trucidata. Pasqualino Cianci è stato condannato a 21 anni in primo grado, e Di Pietro, si ricorderà, è stato sospeso per tre mesi dall’Ordine degli avvocati. Se non basta questa storia, vediamone un’altra.

Più che una storia, un’immagine: è una cena natalizia che il 19 dicembre 1991 si tenne a Milano a casa di Antonio D’Adamo, altro ex grande amico di Antonio Di Pietro. C’è l'ex cassiere socialista Sergio Radaelli che beve champagne; c’è il sostituto procuratore Antonio Di Pietro, quella sera più estroverso del solito, con in mano un inutile librone regalatogli dall’architetto socialista Claudio Dini; c’è il sindaco di Milano Paolo Pillitteri che è in ritardo, ma quando arriva ecco Di Pietro alzarsi per primo e accoglierlo ancora col tovagliolo in mano. Più tardi Di Pietro è al telefono con l’ex questore Umberto Improta, suo amico e mentore. Più tardi ancora, infine, c’è Di Pietro che alza il calice per primo e inneggia «al migliore dei sindaci possibili». Ora: chiedete a Radaelli se immaginava che Di Pietro entro pochi mesi l’avrebbe messo in galera. Chiedete a Claudio Dini se immaginava che Di Pietro entro pochi mesi l’avrebbe messo in galera. Chiedete a Pillitteri se immaginava che pochi mesi dopo Di Pietro avrebbe chiesto anche il suo arresto.

E se qualcuno obiettasse che Di Pietro fece soltanto il proprio dovere, senza distinguere tra amici o meno, noi non obietteremo nulla: però, ecco, questo qualcuno a pranzo con Di Pietro ci vada lui.

Filippo Facci

domenica 19 aprile 2009

LARGO AL VIGNETTISTA UFFICIALE



Che questa volta non si firma, ma ormai lo riconosciamo dallo stile il nostro Sarcastycon !

sabato 18 aprile 2009

ECCO L'ALTRA DELLE BIMBE DI CASA


Benedetta. Un po' in piccolo, ma...

ROSINA CON SERENA AUTIERI

giovedì 16 aprile 2009

Dall'America riceviamo...




Un tappeto di begonie.... Anita

lunedì 13 aprile 2009

SCORRE IL TEMPO...


Il tempo.
Perché il tempo passa così implacabilmente, impalpabilmente, inesorabilmente, silenziosamente ?
Fanno quattro anni di Pontficato di Benedetto XVI.
Dove sono andati questi miei quattro anni ?Sono passati più di sessantanni dalla fine dell'ultima guerra mondiale, sono passati oltre quarant'anni dalla morte di mio Padre e oltre venti dalla morte di mia Madre...e nel frattempo ? Qualche ricordo e poi trantran, tutto come una distesa di sabbia fatta di granelli impalpabili, difficili da distinguersi gli uni dagli altri.
Tanti, sono tanti settantasette anni da che sono venuta al mondo e se spingo il pensiero al futuro non posso vederene altrettanti, forse neanche la decima parte...che ansia !
Via non voglio pensarci, mi propongo solo di fare ogni giorno qualcosa di costruttivo, anche se anonimo, e poi...sia fatta la volntà di Dio.

sabato 11 aprile 2009

giovedì 9 aprile 2009

mercoledì 8 aprile 2009

HAPPY FAMILIES (Ha la mamma maiala...)







Due cuccioli di tigre nati allo zoo thailandese di Siracha sono stati "adottati" da una scrofa, che li allatta insieme ai suoi due maialini. E anche i tigrotti, vincendo l'istinto, hanno riconosciuto il maiale come madre. Lo zoo di Siracha è uno dei più grandi al mondo (ospita oltre 400 tigri del Bengala) e promuove normalmente inusuali "mix" di animali nell'ambito di un programma chiamato "Happy Families" (famiglie felici): oltre ai tigrotti con la scrofa succede anche il contrario (maialini allattati da una tigre) e si possono osservare anche cani che convivono con i maiali

domenica 5 aprile 2009

UN'ALTRA

giovedì 2 aprile 2009

ULTIMISSIMA