
Un augurio per tutti coloro che ne abbiano veramente bisogno.
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facciamo i furbi, eh ? | 23/12/2007 15:48 |
L'Alitalia, Air France e Prodi.... | 23/12/2007 09:44 |
Ci giunge dolorosa notizia di un fatto increscioso accaduto in quel di Napoli, dove un padre, altrimenti gentile e premuroso, a sua detta, ha privato la figlia di uno dei due profiteroles che la stessa aveva amorevolmente messo in frigo per la colazione di stamane. Sembra che il manigoldo abbia aperto il frigo, così ha dichiarato cercando attenuanti che non ci sentiamo di concedergli, e che si sia trovato di fronte i due profiteroles, in posizione e vista irresistibili, e se ne sia ingurgitato uno senza neanche avere il tempo di riflettere. In galera ! In galera dovrebbe riflettere sul suo misfatto un padre così degenere e snaturato ! Il crimine è stato così affrettato e preecipitoso che il furfante non ha nemmeno bevuto il bicchier d'acqua a digiuno, previsto dalla sua dieta... e non ha potuto misurarsi la glicemia a digiuno... no, non abbiamo parole di fronte a tale scelleratezza, tale incosciente leggerezza, frutto di un'ingordigia insanabile ! E sì che i profiteroles erano lì, un bel vassoio pieno, fin dal giorno prima, e lui non li aveva toccati, in un apprezzabile sforzo di moderazione. Poi il crollo, inspiegabile e inaccettabile, il desiderio smodato e irresponsabile che prende il soppravvento sull'uomo che altrimenti si sforza di comportarsi saggiamente ! L'incosciente ha dichiarato con un filo di voce che pensava fosero avanzati, che se avesse saputo che la figlia ci teneva mai e poi mai avrebbe ceduto... ma resta il fatto innegabile del misfatto commesso a memoria dei posteri e a sua indelebile ed imperitura macchia. | ||
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Duepassi era inquieto.... dove sarà Shelburn ?
- Sono tre ore che lo cerco, e non lo trovo ! -
Mezz'ora persa a cercarlo in mare, caso mai fosse sul suo flying dutchman, a scorazzare tra le onde.... per poi venire a sapere che si trattava, in realtà, di un flying junior, poeticamente nobilitato a flying dutchman.... ah, il furfantello !
Che si fa per far poesia !
Niente mare, Shelburn non stava a mare, ma dove sarà allora ?
Lo cercò lungo la spiaggia:
- ehm, ecco la boa, mi ci metto davanti e se passa di qua non posso perderlo ! -
Ma dopo un'altra mezz'ora di attesa vana, niente di niente.
Niente mare, niente spiaggia, ma dove sarà finito il poeta ?
Forse a rimurginare sulle sue disavventure amorose, e pronto a buttarsi giù dalla collina sul mare ?
- Oh dio - pensò Duepassi - devo fermarlo !...in fondo non sarebbe una grande perdita.... però, a pensarci bene, a chili la perdita sarebbe pur grossa ! -
E allora su per la collina, scansando i fiori e i rovi... mentre di sotto rideva e giocava la gente gioiosa...
niente ! Shelburn non era nemmeno là.
Niente niente fosse stato nella dacia russa ?
Duepassi si affacciò, respirando l'aria fresca dei cedri.... poco lontano qualcuno suonava un pianoforte con agili dita...
- "agili dita" ? Allora non può essere Shelburn ! - sbuffò Duepassi che cominciava ad averne le scatole piene di questi poetastri da due copechi (soldi russi di poco valore) che non si fanno trovare nelle loro poesie !
In quel momento si alzò un vento, ma un vento, che trascinava le foglie morte, soffiava, soffiava sempre più forte, oscurando colle nuvole il sole.
Correva sempre più lontano, dal colle, nella valle, sui monti, strappando gocce alle fonti e lanciandole sulle vette e sul piano. E come se non bastasse, portava i fiordalisi con sé, e le rose, e spargeva ovunque i bei fiori... tanto che Voltaren urlò esasperato:
- e mo', chi pulisce tutta la valle e il piano ? -
...ah, questi poeti, questi poeti senza ritegno, che vanno seminando disordine dappertutto.... e fiori buttati qua e là, e svetagliate di gocce, che la gente poi si bagna e giustamente protesta...
non se ne può più !
:-)
27 novembre 2007 10.40
postato da ambra alle 23.12 il 26-nov-2007
Filippo non si dava pace, e tra i singhiozzi ripeteva - Non capisco che gli sia preso a quelli. Ci volevano uccidere, eppure eravamo andati festosamente, in pace, disarmati. Come hanno potuto aggredirci, noi uomini di pace ? - - La pace ha bisogno di reciprocità, perché si fa in due. Ma se l'altro non vuole la pace, non la puoi ottenere. La storia ci racconta di tanti esploratori uccisi dai "buoni selvaggi", come Cook e Magellano, tanto per far nomi famosi, e non bisogna nemmeno prendersela troppo con loro. In fondo a loro modo difendono il loro territorio - - Ma eravamo inermi, indifesi, quale minaccia potevamo costituire per loro ? - - Quale minaccia costituiscono le gazzelle per i leoni ? E le foche per le orche ? E tante altre vittime indifese aggredite e sbranate in quel mondo naturale in cui voi vedete tanta armonia ? - - Ma lo fanno per sfamarsi - - Nella Natura vige la legge della giungla. Il più forte si pappa violentemente il più debole, e contrariamente a quel che ci raccontano i cartoni animati, il pesce grande sbrana quello piccolo, altro che viverci in armonia. Se i deboli non ricorressero a tanti accorgimenti per assicurarsi la discendenza, col cavolo che gli aggressori avrebbero cura di loro. Tante specie sono sparite, infatti, da quando esiste questo mondo, e non solo per opera dell'uomo. Ricordati che nella giungla c'è tanta, tanta violenza, prepotenza e sopraffazione. E non c'è spazio per i deboli e i vecchi.... ah già, ma voi siete per l'eutanasia - Filippo avrebbe voluto replicare, ma lo prevenni - E quanto alle tue rimostranze di essere disarmati, vorrei farti sapere che la tua, e la nostra, condizione non è affatto cambiata né tanto meno migliorata. Siamo ancora disarmati e facile preda di quei selvaggi. Sarà meglio che filiamo via di qui in fretta, prima che ci ripensino e venghino a farci visita, con intenzioni magari poco raccomandabili. Ci sono stati popoli che facevano guerre anche solo per procurarsi vittime per i loro sacrifici umani. - Rabbrividì all'idea e non trovò la forza di proferir parola. Ci incaminammo cauti e incerti verso una meta sconosciuta, cercando di allontanarci quanto più velocemente e discretamente potevamo. Camminammo a lungo, cercando di non far rumore e di non lasciar tracce dietro di noi. Avrei voluto seguire un ruscello, camminando nell'acqua per non lasciare impronte, ma non ne trovammo, e allora feci come facevano i pellerossa, cercai di cancellare le impronte man mano che proseguivamo. Cercai anche di creare delle false piste, lasciando impronte in altre direzioni, per confondere chi eventualmente si fosse messo a caccia nostra. Cammin facendo ci eravamo procurati dei rudimentali bastoni e qualche pietra. I due ambientalisti, pacifisti convinti, avevano rifiutato di portar armi. Li avevo pregati di tenerle almeno per far credere che fossero armati, come quando Cesare aveva sconfitto gli Elvezi nell'ultima battaglia, mettendo le reclute, ancora poco adatte al combattimento, nella parte alta di una collina, a far numero, mentre in realtà combattevano solo le prime file più in basso, costituite da esperti veterani. Far credere di essere forti aiuta la pace, in certi casi, perché scoraggia l'aggressione, ma Filippo non ne volle comunque sapere neanche di far finta di avere un'arma, e non fui capace di convincerlo. Fui molto attento a non favorire la nostra visibilità, scegliendo con accortezza il cammino,e cammin facendo cercai di dare qualche minima nozione di difesa personale... ma ahimè, per raggiungere un livello appena decente avremmo avuto bisogno di tanto, tanto tempo, che non avevamo. Quando la conformazione del posto lo suggeriva, li facevo fermare nel posto più sicuro e nascosto alla vista che potessi trovare, e andavo io in avanscoperta. Poi, scelta la via, se la ritenevo la più sicura, o per lo meno la meno pericolosa, ci portavo gli altri. Quanto fossero efficaci questi miei espedienti, non so dirlo, certo è che all'improvviso ci trovammo circondati da selvaggi da ogni parte... La fuga era impossibile, anche tenuto conto che avremmo dovuto abbandonare al loro destino i più deboli. Feci un profondo respiro, cercando di valutare velocemente cosa potessi fare. Per tirar su il morale della truppa, assai depresso, anzi, annichilito, me ne uscii con una battuttaccia infame - Nessuno ha portato qualche bomba a mano... nessuno, eh ? Già, tutti pacifisti - Mentre i selvaggi si avvicinavano sempre di più, anche le nubi si addensavano minacciosamente. Guardai il cielo, domandandomi come sfruttarlo per averne aiuto.... un temporale furioso mi sarebbe stato tanto utile, o almeno qualche fulmine... no, nubi si, tante, ma neanche una goccia, non un tuono. Il bastone che avevo in mano non riusciva a comunicarmi fiducia. Quei buoni selvaggi erano troppi per me e per i miei compagni, dovevo trovare una via d'uscita, ma quale ? | |
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Non trovammo fiumi, ma vedemmo una scena agghiacciante: i nostri amici ambientalisti correvano inseguiti da alcuni selvaggi armati di rozze scuri. Non c'era tempo da perdere, e così, mentre mi lanciavo al loro soccorso, gridai a Corrado e Aldo di nascondersi. Poi, correndo correndo, cercai di emettere un kiai, un po' per attirare l'attenzione di quei selvaggi, e distrarli, un po' per far sapere ai nostri che c'eravamo. Un kiai come si deve è una cosa seria, non va fatto di gola, ma richiede una profonda respirazione. Ricordo il maestro che mi diceva che doveva uscire dal "tanden", qualche centimetro sotto l'ombelico, per essere un'esplosione di potenza, e non un gridaccio isterico. Ma la corsa non aiuta. Ciò nonostante feci del mio meglio, e bastò per ottenere lo scopo. I selvaggi si fermarono a guardare nella mia direzione, per capire cosa stesse succedendo, dando tempo ai nostri di guadagnare qualche metro. Avevo gridato ai miei due compagni di nascondersi, perché mi rendevo conto della pericolosità della faccenda, e non volevo coinvolgerli nel rischio, ma essi, pur fermandosi, erano rimasti visibili, e questo, credo, mi fu d'aiuto. I neolitici forse pensarono che nascosti nel bosco potessero esserci altre persone, che potesse trattarsi di una trappola, visto che un solo uomo correva loro incontro, e decisero di ritirarsi. Uno solo si attardò su Filippo, uno degli amici di Aldo, che, esausto e senza fiato, era rimasto a terra, incapace di muoversi. Lo prese per i capelli con una mano e alzò l'altro braccio, dove impugnava la sua rozza ascia fatta di un bastone e di una pietra legata ad esso. Mentre si accingeva a colpire quel poveraccio, che non faceva nulla per difendersi, gridai ancora, facendogli l'elenco delle sue virtù (figlio di..., str..., e altre amenità) e gli elencai gentilmente tutti i suoi avi eccelsi ("li mortacci tua !"). Lui mi guardò sprezzante, facendomi capire che sapeva benissimo che avrebbe avuto tutto il tempo di uccidere il povero Filippo prima che potessi arrivare, e che si sarebbe compiaciuto di farmi assistere a quell'orribile scena. Dovevo inventarmi qualcosa. E allora mi venne in mente la pietra che mi ero messa in tasca, e la tirai fuori, e gliela lanciai. Ahi ahi, non sono mai stato un lanciatore di pietre. Odio le sassaiole, e una volta che, mio malgrado mi ci ero trovato in mezzo, mi ero limitato a scansare le pietre altrui, guardandomi bene da lanciarne io, perché non avrei potuto sopportare l'idea di colpire qualcuno. Così, l'arte del lancio mi era estranea, anche se ho praticato il lancio del disco, che però è tutt'altra cosa. Così tirai per tirare, giusto per disperazione, ma con una gran rabbia, e fu proprio quella rabbia tanto impotente quanto furibonda, unita ad una immensa dose di fortuna, che mi fece fare un ottimo lancio, che per poco non colpì quel bastardo, che, sorpreso, valutò probabilmente che se avesse colpito Filippo forse non avrebbe avuto la possibilità di sottrarsi alla mia reazione, e preferì lasciarmi la preda, ed allontanarsi velocemente. Gli gridai qualcosa di cortese ed aggraziato, ma che qui non posso riferire, se no mi censurano il raccontino, e raggiunsi l'amico. Non gli stetti a chiedere perché non si fosse difeso, so quali effetti può avere il panico. Mi limitai a dargli una mano perché si risollevasse e lo accompagnai verso il bosco. Gli altri, stranamente, erano scappati da un'altra parte, opposta a quella da qui provenivano i selvaggi, ma non verso il bosco. Non stetti troppo a chiedermi perché, "saranno pure fatti loro, amen !", pensai. Arrivati quasi al bosco Corrado e Aldo vennero fuori gioiosi e festanti. - Presto - la mia voce era bassa ma energica, e non ammetteva repliche - allontaniamoci da qui, perché non sappiamo quelli come la prenderanno e che decideranno di fare. Non siamo attrezzati per un combattimento. - Aldo evitò di incrociare il mio sguardo. Non era quello il comportamento che si sarebbe aspettato dal "buon selvaggio" che aveva in mente quando era partito. Così evito di discutere, rimuginando nella sua testa i suoi pensieri. Il vento si stava rinforzando, il cielo s'era incupito e qualche foglia turbinò nell'aria, mentre il bosco ci accoglieva. | |
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vi mostrerò alcune espressioni latine con la traduzione (in finlandese): substantiivit: agricola - maanviljelijä columna - pylväs familia - perhe gloria - kunnia, maine historia - historia incola - asukas insula - saari Italia - Italia natura - luonto oliva - oliivi ora - rannikko pictura - kuva poeta - runoilija reliquiae - jäänteet Roma - Rooma Sicilia - Sisilia statua - kuvapatsas terra - maa, maaperä uva - viinirypäle via - tie, katu vita - elämä verbit: esse - olla amare - rakastaa, harrastaa educare - kasvattaa laudare - kiittää praestare - taata, merkitä parare - hankkia, tuottaa adjektiivit (ja adjektiviset sanat): alia - toinen, muu amoena - luonnonkaunis antiqua - muinainen, antiikin clara - kuuluisa, kirkas descripta - kuvattu laboriosa - työteliäs magna - suuri multae - monet Romana - roomalainen, Rooman una - yksi partikkelit<<<<. et - ja etiam - myös, vieläpä praecipue - erityisesti ex + abl. - -sta, -stä in + abl. - -ssa, -ssä, -lla, -llä prope + acc. - lähellä jtk ah, se gli italiani amassero il latino come lo amano i finlandesi ! Un bel corso di latino in finlandese ! Se qualcuno è interessato sono a disposizione (però non conosco ancora il finlandese) :-) | |
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Mi sentii risucchiare in un vortice, sballottato come in una di quelle macchine da Lunapark che tanto fanno divertire i ragazzi, ma dalle quali io scendo sbiancato in volto come uno spettro. Non fu una sensazione piacevole, anzi. Oh, se al mio posto ci fosse stato mio figlio, lui sì che si sarebbe divertito. Io invece sentivo lo stomaco sottosopra, e non riuscivo quasi a respirare. Tutto girava, girava, girava, finché arrivai, credo, ai limiti della realtà. E vidi l'ambulanza di Pierluigi, che correva come un pazzo a sirene spiegata, domandando dov'erano i feriti. Ma io non avevo la forza di dirgli "ehi, son chì, son chì" Poi mi parve di essere transitato per il blog di Elleboro, e mi trovai in una foto di Ambra, a brindare con Gianpaolo e Luca - Cavolo - pensai - questo vino non sa di niente - Vidi Beatrice che correva abbaiando per prati verdi coperti di mille fiori... e pensai "Non starò mica delirando ? " - Si, stai delirando, amico. Su, riprenditi - Vidi la faccia di Tintentisch che cercava di rianimarmi, ma appena riuscii ad aprire gli occhi, mi accorsi che era invece Corrado - Bentornato tra di noi - mi sorrise - Ah, meno male che ti rivedo, Corrado. Sai, ho avuto un incubo, pensavo di essere partito per il neolitico, pensa tu ! - - Ma quale incubo ? Guardati intorno, guarda ! - Che strano posto era quello, non una casa a vista d'occhio - Dove siamo ? - - Da qualche parte nel neolitico - - Oh, no ! - Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sul terreno. - Pazzo, sono stato pazzo a mettermi in questo guaio nero. E ora che facciamo ? - - Gli amici di Aldo sono andati in giro ad esplorare la zona. Aldo è andato a raccogliere qualcosa da mangiare e da bere. Io sono rimasto con te, perché ti sei sentito male. Ero preoccupato, avevi una faccia da far paura. - - Beh, ora sto bene, solo che starei molto meglio se fossi a casa mia, alla mia epoca - - Però devi ammettere che il paesaggio è incantevole. Selvaggio ma affascinante. - - Non vedo ristoranti - - Pessimista, proprio ora sta tornando Aldo con la cena. Direi che ha fatto una raccolta abbondante e fruttuosa - - Canticchia l'incosciente beato, canticchia - Lo osservammo arrivare con passo spedito e leggero, tutto orgoglioso della sua preda: frutta, verdura, funghi, e dell'acqua - Si mangia ! - esclamò trionfante - Altro che prodotti delle multinazionali, imbevuti di coloranti, conservanti, roba chimica e schifezze varie. Guarda che bei funghi che ho trovato, che frutta, che verdura.... e dell'acqua di stagno. Tutta roba vera, genuina, naturale ! - - Io non berrei di quell'acqua - - E perché no ? - - Milioni di persone muoiono ogni anno per bere "l'acqua naturale", piena di larve, robaccia varia, tutta naturale, ma infetta, naturalmente. Almeno bolliamola prima - - Eh ? - Aldo era stupito della mia osservazione... guardò l'acqua, che, a dir la verità, era alquanto torbida... e cominciò a venirgli qualche dubbio - Beh, cercheremo un fiume o un ruscello, e troveremo acqua più limpida e pulita. - - Certo, l'acqua "non naturale", in bottiglia, è sottoposta a una serie di processi che ci garantiscono la sua potabilità. Cosa che non è garantita per l'acqua naturale. "Naturale", intendo, perché la trovi in natura, e non solo perché non ha le bollicine. - Aldo aveva un'espressione sofferente. - Quanto ai funghi, - ripresi - io li butterei via immediatamente - - Ma come, ma perché ? - - Non sono un esperto di funghi, ma questi mi sembrano proprio del tipo "Amanita phalloides", un fungo colpevole di molti avvelenamenti letali... e quindi non correrei altri rischi. - - Pazienza, ci sono le mele e la verdura - - Ah, certo, tutta roba naturale, non come quelle schifezze in scatola che ci propinano nei supermercati, eh ? - Aldo ebbe un sorriso di sollievo - Peccato però che si tratti di cicuta. Libero di mangiarla, se vuoi fare la fine di Socrate. Comunque, la cicuta è tutta naturale, se il tuo problema è questo. Caro Aldo, ti sei fatto un'equazione naturale = buono e sano che non è affatto sempre vera, anzi. Anche il curaro e mille altri veleni sono naturali. Ma uccidono. La Natura non è sempre così buona e protettiva come pensi tu. - Buttò tutto per terra. Mi avvicinai e raccolsi una mela. Addentandola dissi - Per ora combatterò la fame con questa - Anche Corrado e Aldo raccolsero mele e potemmo mettere qualcosa nello stomaco. Alla fine, ancora affamato, Aldo si alzò e disse che andava a cercare qualcos'altro. Appena si fu allontanato, Corrado rise - Certo che l'hai proprio distrutto. Ma come hai fatto a riconoscere la cicuta ? - - Ho barato. Non conosco la cicuta, ma volevo che aprisse gli occhi sulla pericolosità dei cibi naturali. Sai, i cibi prodotti dall'industria alimentare sono sottoposti a controlli, e questo ci garantisce, ragionevolmente, che per lo meno non siano velenosi. - - Hmm, sarà meglio che cerchiamo qualcosa da mangiare anche noi, perché le mele fanno bene, ma una dieta di sole mele è assai squilibrata. me l'ha detto il mio dietologo. - - Ti ha detto una cosa giusta. Diamoci da fare - Ci alzammo e ci dirigemmo nel bosco. La fame guidava i nostri passi. | |
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Il resto del ricavato è andato in deficienza.
Che Toscani sia un artista è una parola grossa. A me i Toscani non piacciono, nemmeno i sigari, ma mi piacciono le Toscane!!!!
Se sulla maglietta ci fosse scritto solo Scopiamo? ci può anche stare, anche se lo stile, l'eleganza è tutta un'altra cosa, basta anche tornare indietro nel tempo quando i giovani dicevano, scrivevano : facciamo all'amore non facciamo la guerra! Bei tempi, ma mica perchè se ne sono andati ed una volta era meglio di adesso (retorica del cavolo) ma perchè c'era un altro modo per fare passare i messaggi anche quelli forti anche quelli crudi. Ero anch'io cappellone anche se non ho mai fumato altro che normali sigarette.
Davanti allo scopiamo ci si mette il Natale non per provocare ma proprio per offendere; questa non è trasgressione ma è un modo becero e vile per calpestare ogni tipo di valore, sputando sulla festa, vomitando sulla tradizione, passando sopra al cadavere della propria madre.
Noi non siamo ridotti così e dovremmo ribellarci andando a fargli ingoiare a Toscani tutte quelle magliette ed altro ancora, oppure infilargli un abete dove pensiamo in tanti.
Grazie Pierluigi, sono pienamente d'accordo con te.
Per fortuna che sono un uomo altrimenti ti avrei detto "scopiamo?".
6 dicembre 2007 20.36