lunedì 3 marzo 2008

Raccolta differenziata, come ?

Penso che nessuno dubiti della necessità della raccolta differenziata.

Personalmente, oltre a essermene fatto promotore in tempi non sospetti (anno 2000, otto anni fa, ben prima dell'attuale disastro ambientale), continuo ad essere del parere che sia un'ottima cosa.

Non condivido affatto, però, l'impostazione di chi si oppone a tutto il resto, e guarda caso ha precise colpe per aver provocato questo disatro ambientale coi suoi "no", e pretenderebbe di risolvere tutto colla sola raccolta differenziata.

Un atteggiamento del genere lo considero superficialità, ignoranza o malafede, se non demenza pura.

Infatti, la raccolta differenziata ha già AMPIAMENTE dato prova di avere grosse difficoltà a decollare in una realtà come quella napoletana.

Non credo che sia possibile che la sola raccolta differenziata risolva i problemi napoletani.

Né nel lungo periodo, perché ci deve essere ANCHE un modo per smaltire le percentuali non differenziate, o comunque non riciclate, che altrimenti si accumulano, si accumulano, si accumulano, e nel lungo periodo tornano ad essere un disastro ambientale.

Né nel breve periodo, perché ora come ora serve smaltire ciò che l'arroganza e la superficialità del partito del "no" ha fatto accumulare (speriamo che pecoraro scanio vada a fare il pecoraro, con vere pecore belanti, e lasci perdere lo scanio - o scagno - dove sta immeritatamente seduto).
Altrimenti l'avanzata del colera sarà irresistibile.

Dunque, il problema centrale è poter anche smaltire, e non solo differenziare.

Ma, dato per scontato questo, da sviluppare in altri temi, lo scopo di questo post è porre l'accento sulla confusione che c'è sulla raccolta differenziata.

Io stesso ho mille domande sul concetto di "umido", e sul concetto di "rifiuti tossici".

Servirebbe una formazione (nel senso di "insegnamento"), ma per poter insegnare (lo so bene) bisogna che l'insegnante abbia le idee chiare.

Non mi sembra, invece, che ci siano idee chiare.
Ci sono delle realtà che funzionano abbastanza bene, ma non è detto che la loro esperienza sia integralmente esportabile in altre realtà (come trasportare la mentalità novarese nella realtà napoletana, per esempio).
Comunque sono preziosi esempi che andrebbero studiati.

Dunque è tempo, secondo me, che si faccia "ricerca scientifica" sulla raccolta differenziata e che si raccolgano ed interpretino i dati, tenendo conto delle varie realtà, per proporre soiluzioni realizzabili nelle realtà dove la raccolta non decolla.

Si utilizzino spazi televisivi pubblicitari (che, secondo me, dovrebbero essere concessi gratuitamente, o comunque ad un prezzo "politico") per insegnare e per far conoscere.

Servirebbe una trasmissione apposita sui problemi dei rifiuti, in modo da poter divulgare i risultati, i metodi, e rispondere ai dubbi in tempo reale.

Quindi, per concludere
serve più studio, più scuola, più pubblicità, più discussione sui problemi della raccolta differenziata

Servono proposte concrete

ne provo a lanciare una, senza pretendere di essere originale (magari anche altri, prima, ci hanno pensato)
produrre una specie di cassettiera per poter avere vari scompartimenti dove tenere i rifiuti differenziati, senza occupare eccessivo spazio, vista la carenza di spazio delle case di moltissimi Italiani

una cassettiera, con scritta la destinazione dei rifiuti su ogni cassetto (pile, medicinali, pannollini, umido commestibile - per gli animali -, e via dicendo) aiuterebbe anche le persone a indirizzare lo scarto quanto prima, evitando che la mescolanza di sporco e tossico, per esempio, rendi inutilizzabile l'umido per nutrire gli animali.

Credo che in questo servirebbe il dialogo con chi può riciclare questi rifiuti.
Dovrebbe essere curato il collegamento tra chi è disposto a ricevere carta, o plastica, o qualsiasi altra cosa, e chi ha bisogno di eliminare questi rifiuti.
Serve dunque una figura di intermediario che indirizzi le necessità degli uni e degli altri.

Nel progetto della cassettiera questo si traduce nella flessibilità dei nomi sui cassetti.
Quindi non stampati indelebilmente, ma piuttosto, come in tante cassettiere, riservando dei posti dove mettere dei cartellini coi nomi.
Nomi che ppotrebbero essere suggeriti dagli intermediari di cui prima, sulla base delle disponibilità dei "riciclatori".

La massima efficienza di riciclo si ha differenziando quanto prima, e questo non è facile per le famiglie (non è facile neanche per me).
Quindi dovrebbe essere curato questo aspetto formativo.
Sulla base dunque delle effettive disponibiltà di riciclo, servirebbe un piano intelligente e pratico di formazione.

Secondo me.

4 commenti:

Giovanna Montorsi ha detto...

A Milano, dove siamo obblgati a farla, altrimenti la portineria ce la rispedisce in casa, sono in vendita presso quasi tutti i negozi di casalinghi dei bidoncini a tre scomparti, con i coperchi di tre colori differenti e sono comodissimi!
Vedi che la tua idea non è balzana!

Voltaren ha detto...

Tutto bene ciò che dici, Due passi.
Tutto male per la mentalità, così diversa da regione a regione, ecco perchè è una sciocchezza l'Italia unita.
Io faccio la raccolta differenziata dal 1986.
Anche perchè ho trovato i vari contenitori pubblici davanti a casa.
Adesso ho : nel sottoscala davanti all'ingresso vari cartoni per il vetro, in cucina accanto al frigor un sacco enorme per la raccolta della carta, nello studio un sacco enorme per la raccolta della plastica. Quando strabocco di roba la carico in macchina, vado all'isola ecologica, mi pesano l'auto, vuoto ogni cosa nei containers appositi, mi ripesano l'auto e mi danno un tagliandino. Nella bolletta mi vengono scalati circa 20 euro per ogni quintale portato. Le farmacie hanno i contenitori per i medicinali scaduti, le tabaccherie e cartolerie hanno i contenitori per le cartucce e le pile, ci sono i contenitori per gli avanzi del cibo con degli appositi sacchetti forniti dal comune, ci sono dei grandi contenitori per i vestiti da buttare, i cittadini sono allenati a fare ciò, ad andare nei luoghi preposti dove ti danno i sacchi gratuitamente. E' come salire in auto e mettersi le cinture. Se ti alleni a farlo con una certa autodeterminazione ti diverrà un gesto automatico, spontaneo, non dovrai più pensarci, sarà la tua mano a cercare la cintura, ti sentiresti inadeguato a non metterla.
Il punto inizia anche di qui.
E' un fatto culturale.
Occorre allenare il pubblico, educarli, insegnargli.
Ma se i napoletani hanno un atteggiamento di "rifiuto" a fare certe cose, ad un senso civico, diventa un problema. Infatti la nostra città è pulita, sono invece gli extracomunitari o i nuovi comunitari a sporcarla.
Occorre iniziare. Ci vuole un atteggiamento pionieristico, qualcuno deve iniziare, qualcuno deve dare l'esempio ma ci si crogiola nella rassegnazione o si aspetta che inizi un altro al tuo posto. E' un pò come nella politica, uno và a votare senza convinzione, tanto non cambierà nulla.
Ma è il popolo il primo ad esserne convinto, poi toccherà agli impiegati statali, poi toccherà a chi ci governa.

Maria ha detto...

Anche a Roma vendono i bidoncini con i vari scomparti ed esistono da anni i contenitori per rifiuti differenziati: umido, carta, plastica e vetro, più quelli ver i vestiti.
Quindi sulla carta tutto regolare.
Poi si scopre che a Malagrotta, i camion scaricano i rifiuti differenziati tutti insieme!!!

Crystal ha detto...

A leggere quanto scrivono Francy ma soprattutto Voltaren sembra che si sia su mondi diversi.
Mi sembra che il divario, soprattutto culturale, sia quasi incolmabile.