venerdì 7 marzo 2008

Le contraddizioni del turismo ecologico.

Si parla spesso di turismo ecologico.
I proventi di questo turismo dovrebbe compensare i Paesi del terzo mondo, e indurli a non disboscare le loro foreste per dar spazio all'agricoltura e sfamare la loro popolazione affamata.

Certo, le foreste ammazzoniche ci fanno comodo, e non vorremmo che andassero perdute, però il Brasile ha mille problemi e vorrebbe potersi creare un futuro più confortevole.

Non ha tutti i torti.
Se le foreste amazzoniche servono a noi, è giusto che diamo un compenso al Brasile per mantenerle.
Altrimenti i portoghesi siamo noi.
Anche perché loro, pur discendendo dai portoghesi, sono brasiliani. :-)
Noi siamo i veri "portoghesi" non nel senso di discendere anche noi dai portoghesi, ma nel senso di voler godere di una ricchezza alle spalle dei sacrifici altrui, e non è giusto.
(in particolare, la parola "portoghese" usata in quel senso non si riferisce ai portoghesi veri, ma ai romani che si spacciavano per portoghesi, per approfittare dei vantaggi concessi dal papa ai portoghesi veri).

Qualche furbone ciancia di un presunto turismo ecologico che compenserebbe questi paesi del terzo mondo. Ma è una bufala, di quella che non fa mozzarelle buone, ma solo imbrogli.

Infatti, questi paesi sono lontanucci dall'Occidente.
Un vero turista ecologico si attiene a quella assurdità paleolitica che va sotto il nome di "impronta ecologica" e che vorrebbe convincerci a non usare auto ed aereo, ma a far turismo a piedi o al massimo in bici.
Ora, voglio vedere come andate in Madagascar, o in Brasile, a piedi o in bici...
Quanti turisti arriverebbero oltre atlantico, senza l'aereo, o una nave ?
Ditemi dunque come si può pensare di poter compensare i danni fatti all'economia brasiliana o di altri paesi del genere in questo modo.
E poi il vero turista ecologico fugge la civiltà (il suo ideale è la vita del paleolitico, niente agricultura, niente industrie, niente chimica... e in più niente caccia e niente pesca.... solo cibo autenticamente biologico comprato ad alto prezzo coi soldini di papà, bieco inquinatore magari, ma che ha tanti bei soldini...).
Un turista del genere porta ben pochi incassi. Sempre che si attenga ai princìpi che afferma di seguire (e su questo si apre una tonnellata di dubbi e scetticismi).

Per cui, tutta questa bufala del turista ecologico non regge.
Se vogliamo salvare le foreste, dobbiamo pensare meglio la cosa, e magari cercare di essere più onesti.

Secondo me.

1 commento:

Voltaren ha detto...

La tua riflessione è buona tanto che mi sembra originale.
Contribuire al mantenimento della foresta amazzonica.
Le centinaia di organi preposti mondiali non ci hanno mai pensato?
Nessuno collabora con il Brasile con aiuti economici mirati?
Io darei un centesimo al litro del pieno che faccio nella mia automobile per questo scopo.
E' una meraviglia del mondo di cui fruiscono però tutti e non come un monumento che appaga esclusivamente la tua cultura artistica ma solo quando gli sei fisicamente di fronte.
Ho notato che il Brasile stà incominciando a sfruttare un turismo mare-caraibico costruendo strutture nuove e lasciando una certa libertà all'imprenditoria locale a patto di far venire gente più possibile che spendano il loro denaro in Brasile.