venerdì 25 dicembre 2009

Ecco la vera storia della vita e delle avventure di Babbo Natale


Lyman Frank Baum (1856-1919) è conosciuto soprattutto per essere l’autore del Mago di Oz. In realtà lo scrittore americano ha al suo attivo una ampia produzione letteraria. Basti pensare che la serie di Oz comprende altri tredici romanzi, spesso non meno divertenti del primo e (complice anche il film con Judy Garland) più famoso. Certo, a differenza di altre personalità impropriamente presentate come scrittori per l’infanzia (basti pensare a Swift o a Carroll, ma anche a Stevenson o a Verne) Baum è uno scrittore che ha lavorato sempre per ed è stato letto soprattutto da un pubblico infantile. Tuttavia l’umorismo un po’ paradossale, non privo di una vena stralunata, che percorre le sue pagine lo rende gradevole anche alle persone adulte. D’altra parte la critica non ha mancato di notare le allusioni e i riferimenti alla politica americana di fine Ottocento disseminati nel Mago di Oz. Come che sia di ciò, in questa stagione dell’anno particolarmente indicato risulta un altro libro di Baum: The Life and Adventures of Santa Claus.

In altri tempi procurarsi il libro sarebbe stato problematico, senza affannose ricerche in biblioteca o con estenuanti ordini all’estero. Adesso grazie ad internet è possibile scaricare il lungo racconto di Baum da un sito web facilmente rintracciabile attraverso un motore di ricerca. Per gli affezionati del cartaceo l’impresa è appena un poco più costosa. Con una spesa tra 7 ed i 10 euro è possibile ordinarlo in una qualunque libreria in rete.

Il futuro Santa Claus (cioè san Nicola, questo il nome di Babbo Natale nei paesi anglosassoni) è un trovatello. Un giorno Necile, una delle ninfe della magica foresta di Burzee, scopre un neonato abbandonato che sta per essere divorato da una leonessa. Lo salva e decide di adottarlo. Le ninfe sono immortali e, se possono soccorrere e aiutare gli esseri umani, non è loro consentito però di prenderli con sé. In questo caso però si fa uno strappo alla regola. Così il piccolo Claus viene allevato da Necile, diventando il beniamino di tutta la foresta.

Claus scopre la sua vocazione grazie al grande Ak, signore delle foreste. Vissuto sempre fra le fate e gli elfi non ha contatto con l’umanità. Un giorno Ak porta Claus, oramai cresciuto, a visitare le terre abitate dagli uomini. Il contatto con il mondo gli fa scoprire il dolore legato all’esistenza umana. Soprattutto lo colpisce la sofferenza dei bambini. Decide perciò di costruire e donare loro dei giocattoli, per renderli felici. La sua fama si diffonde e così dà vita a un’industria, cui collaborano gli altri abitanti del mondo magico, che si ingrandisce sempre di più.

Della storia di Baum sono possibili diverse letture. Anzitutto, in controluce a questa vicenda si percepisce nitidamente una trasposizione natalizia del sogno americano. Un giovane volenteroso che, armato della sua passione, mette su dal nulla una grande industria. Tuttavia questa interpretazione in chiave sociologica, per quanto non errata, non è la cifra ultima del racconto. Alcune altre considerazioni s’impongono.

Nella storia la religione non è in primo piano, il fatto che le consegne avvengano la notte di Natale deriva da una circostanza casuale. Il re delle renne non vuole far allontanare troppo spesso i suoi animali. Perciò chiede ed ottiene che essi possano accompagnare Santa Claus nel suo giro attorno al mondo una sola notte all’anno, la vigilia di Natale. Tuttavia questa scelta, che a prima vista si presenta come un puro espediente narrativo, fa risaltare in modo sobrio, il significato universalistico del Natale.

Soprattutto, però, la storia contiene una riflessione sull’animo umano. Il trovatello ha ricevuto nella foresta di Burzee accoglienza ed affetto. Un affetto che vuol ricambiare rendendo felici i bambini con i suoi doni. Non si tratta di una melensa celebrazione dei buoni sentimenti, ma di una osservazione di buon senso che costituisce la semplice morale di questa favola. Peraltro, il sentimentalismo viene compensato dal senso pratico, quando nell’ultimo capitolo Baum scioglie il dilemma sull’esistenza o meno di Babbo Natale che ha segnato l’infanzia di ciascuno di noi. A suo avviso esistono dei rappresentati deputati di Babbo Natale, i fabbricanti di giocattoli e i genitori. A loro, la responsabilità di far vivere e rendere reale Babbo Natale, anche dove questi non può arrivare con la sua slitta.
di
Maurizio Griffo

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