venerdì 9 settembre 2011

Dal giornalaio, passando per il lecceto Scritto da Pibond




domenica 24 agosto 2008


Durante la mia breve vacanza da Roma, per raggiungere l’edicola dei giornali, dovevo attraversare un boschetto secolare di lecci.
In quel luogo, ovunque si orienti lo sguardo, non si vede niente di dritto.
Tutto è contorto a tal punto che io, lettore in Legno Storto, ho difficoltà di scegliere quale ramo usare per rappresentare questa categoria alla quale mi onoro di appartenere. Potrei scegliere un suo ramo, grosso o sottile, tendente a destra o a sinistra, ma pur sempre storto come molte miserie di questo mondo. Ho fatto qualche tentativo in tal senso, ma i rami che formano gli alberi hanno uno sviluppo così complesso da rendere impossibile la scelta, ovvero, sarebbe semplice se lo scopo fosse solo un fatto estetico e non un fatto di razionalità.
Nella foto sono presente dietro l’obiettivo col mio amatissimo cane Oliver che mi guarda con aria interrogativa e preoccupata posando ritto e attento davanti al tronco centrale: siamo le uniche essenze che, in quel luogo, richiamano l’idea tendenziale del dritto o, meglio, del non completamente storto.
Perché questo preambolo? Perché, a mio parere, stare in Legno Storto, suscita la stessa idea del stare nel lecceto. I rami si contorcono confondendosi con i tronchi in modo da costituire una grande capanna sostenuta da colonne che si avvinghiano l’un l’altra; in LS l’insieme delle informazioni si contorcono attorno agli argomenti inducendo il lettore a cercare punti dai quali partire per tracciare delle linee dritte verso un baricentro ideale, come Oliver, al centro dell’immagine.
Questa scoperta ha portato la mia coscienza ad un vago senso di colpa.
Il lecceto ha bisogno della sola cura di non subire il danno di chi lo frequenta: e ciò perché cresce sulla nuda terra dalla quale, assieme all’aria, trae la linfa per mantenere la sua robusta struttura. Il Legno Storto, invece - storto com’è - ha bisogno di cure del tutto particolari, perchè si radica su risorse umane sostenute da ben poco, oltre all’entusiasmo espresso dalla volontà di alcuni nostri simpatici e carissimi amici che ne curano la redazione e l’allestimento facendosi largo nell’intricata ed insidiosa metropoli di internet.
Insomma, mi trovavo davanti ad uno scrupolo che, in precedenza, avevo egoisticamente superato col pensare che bastavano le visite e l’invio di scritti per portare avanti la baracca.
Mi accorsi che non era giusto pensare che i commenti agli articoli, oppure le risposte nei 3D compensino automaticamente la gratuità della partecipazione al forum sia come lettore sia come scrittore.
Allora ho preso una decisione. Mi sono volontariamente quotato per un abbonamento annuo di € 149,99 (la metà di quello per un giornale).
Lo faccio con entusiasmo sperando che altri l’abbiamo già fatto o che mi seguano in questo mio ragionamento contorto come da tradizione, ma molto diretto ed efficace nei suoi effetti.
C’è un secondo motivo che mi ha spinto verso questa decisione. La situazione della stampa italiana in Italia e all’estero. Tutta la stampa è sovvenzionata dallo stato, oppure sostenuta dagli sponsor: la prima cosa deve cessare; la seconda deve riguardare solo la stampa specialistica o la sola raccolta di finanziamenti per investimenti a scopo di lucro. Il Legno Storto quotato in borsa, sarebbe carino!!
Il Legno Storto deve essere sostenuto essenzialmente dai suoi lettori e perché questo avvenga occorre che si convincano di pagare un prezzo equo che consenta la copertura dei costi ed un suo sviluppo su basi solide. La libertà di parola ha un costo per chi la pronuncia o la scrive a differenza di quella di opinione che è gratuita perché non è impegnativa per la coscienza di chi la esprime.

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L’immagine è stata ripresa nel lecceto prospiciente all’accesso al porto turistico di Cala dei Medici, nel Comune di Rosignano Marittimo

http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=22675

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