giovedì 1 maggio 2008

Colpo di coda di Livia Turco

La legge 40 sulla cosiddetta procreazione assistita è stata votata da un Parlamento, organo legislativo, e confermata da un referendum, ragion per cui potrebbe legittimamente essere modificata soltanto tramite un altro referendum.
Ciononostante, il ministro Livia Turco, ancora in carica prima dell'insediamento del nuovo governo, ha firmato un decreto che modifica l'applicazione della legge in questione, ovvero di fatto cambi la legge stessa non giuridicamente ma nella sua realtà concreta, sebbene simile autorità non spetti in alcun modo ad un organo dell'esecutivo.
L'accaduto è tanto più grave se si tiene conto che il ministro Turco appartiene :
-ad un governo sfiduciato
-della passata legislatura
-di una ex maggioranza parlamentare, nettamente sconfitta alle elezioni politiche
Oltre all'auspicio che il nuovo ministro della Sanità del governo Berlusconi, legittimamente in carica, ripristini la legalità e riporti la legge 40 all'applicazione sanzionata dal Parlamento e dalla volontà referendaria, si può osservare come Livia Turco, sino all'ultimo (il decreto è stato firmato il giorno in cui Fini è stato nominato presidente della Camera, con il nuovo Parlamento già insediato!) prosegua nella sua attività demolitrice.
E' persino difficile dare un giudizio e definire l'operato di questo personaggio, e scegliere se parlare d'arroganza tracotante, o disprezzo della volontà popolare e delle stesse norme costituzionali, oppure di fanatismo.
Comunque, un insegnamento da questo fatto si può trarre: finché la Sinistra conserverà anche solo una porzione minima di potere, la adopererà in ogni modo, passando sopra tutto e tutti. Questa parte politica, sbaragliata alle ultime elezioni, s'annida però ovunque nei gangli dello Stato e della società, poiché magistratura, pubblica amministrazione, RAI sono bastioni del "progressismo", e pronti ad ostacolare in ogni modo coloro che considerano "nemici". Purtroppo, avere la maggioranza in Parlamento e sedere al Governo non è sufficiente per governare.

3 commenti:

ambra ha detto...

Questo post è così importante che ho pensato di trasportarlo su CAMPANE A MARTELLO.
Grazie Marco.

ambra ha detto...

Livia Turco e quanti la pensano e operano sulla medesima falsariga non sono Italiani.
L'Italia affonda le radici in ben diversa cultura.

Crystal ha detto...

Indignazione contro le linee guida all’applicazione della Legge 40

Con un provvedimento in extremis, a pochi giorni dalla nomina del nuovo Governo, il Ministro della Salute Livia Turco ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30 aprile 2008 le nuove linee guida sull’applicazione della Legge 40 che regola la procreazione medicalmente assistita.

I tempi, le modalità e i contenuti del provvedimento hanno sono stati duramente contestati da medici, bioeticisti, associazioni e istituti di Bioetica.

Il prof. Francesco D’Agostino, Presidente onorario del Comitato Nazionale di Bioetica (Cnb), ha dichiarato che le nuove linee guida sulla Legge 40 «sono gravemente lesive dello spirito della Legge 40. E, probabilmente, anche della lettera della legge».

Adriano Pessina, Direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica, ha spiegato che le linee guida all’applicazione della Legge 40 firmate dal Ministro della Salute «introducono alcune novità che di fatto stravolgono lo spirito e la lettera della stessa legge».

Secondo il Presidente del Movimento per la Vita (MpV), Carlo Casini, «le linee guida non possono andare oltre la legge: di conseguenza non possono essere modificati gli articoli 3 e 4 della Legge 40 che proibiscono non solo la selezione eugenetica ma anche la distruzione degli embrioni».

Il Presidente del MpV, che è anche giurista, precisa che «l’interpretazione della legge è compito dell’autorità giudiziaria e non di quella amministrativa».

In ogni caso, ha commentato Casini, appare «singolare che l’emanazione di un documento di rilevante importanza politica venga fatta da un Ministro destinato a lasciare il suo incarico tra pochi giorni».

Il Forum delle associazioni familiari ha espresso viva preoccupazione per il fatto che le linee guida della Legge 40 siano state pubblicate quando il Governo ha sostanzialmente esaurito il suo mandato e dovrebbe limitarsi a gestire l’ordinaria amministrazione.

In tale contesto, il Forum ha chiesto che il tema delle linee guida, e più in generale della corretta applicazione della legge nel rispetto della persona umana e del diritto alla vita fin dal concepimento, «venga adeguatamente approfondito dal nuovo esecutivo in dialogo con le significative espressioni della società civile che hanno contribuito in maniera decisiva all’imponente manifestazione di volontà popolare registrata in occasione del recente referendum».

Molto critica nei confronti del Ministro anche l’Associazione Scienza & Vita, che in un comunicato diffuso nel pomeriggio del 30 aprile ha scritto: «Dopo aver difeso la Legge 40 nelle piazze e disertando le urne, come ha fatto la maggioranza assoluta dei cittadini italiani, tutto potevamo aspettarci tranne che di doverci difendere da un Ministro della Repubblica. Un Ministro che in questa circostanza ha mostrato tutto il suo volto illiberale e arrogante».
L’Associazione Scienza & Vita, nata dal Comitato che difese la Legge 40 nel referendum abrogativo del 2005, ritiene che il colpo di mano del Ministro Turco abbia voluto «porre il suo pessimo sigillo su un’azione di Governo fallimentare sulle questioni eticamente sensibili».

«Ciò che è più grave – precisa Scienza & Vita – è che il Ministro con le nuove linee guida ha apertamente contraddetto l’esito referendario, ergendosi così contro la volontà popolare che aveva respinto i quesiti referendari perché sorretta da un principio di precauzione nei confronti dell’embrione».

Per Scienza & Vita, «ai cittadini italiani che amano la vita e la difendono, questo Ministro e questo Governo hanno voluto dare l’ultimo schiaffo, forzando l’interpretazione della legge e decretando il via libera alla diagnosi preimpianto che resta a tutti gli effetti illegale, in quanto portatrice di una pratica eugenetica».

«A questo punto – conclude l’Associazione – la palla passa nelle mani del nuovo Governo, il quale dovrà, per rispetto della volontà popolare, ripristinare la legittimità del risultato referendario».

Perentorio il commento dell’Associazione dei Medici Cattolici Italiani (A.M.C.I.) di Milano, i quali si dicono «in totale disaccordo con l’atto firmato dal Ministro per motivazioni etiche scientificamente comprovate». Nello specifico, l’A.M.C.I. Milano manifesta una «forte contrarietà nella possibilità di effettuare diagnosi preimpianto la cui utilità è tutta da dimostrare e il cui rischio per la vitalità dell’embrione è pienamente evidenziato nella letteratura medica. Le diagnosi preimpianto, al di là di quanto scritto nelle linee guida, rimangono per noi una porta aperta verso l’eugenetica», conclude l’A.M.C.I.