Iersera in televisione ho sentito parlare il Professor Galimberti, che, fra l'altro, ha parlato di pudore. Per la precisione ha detto che è necessario riacquistare il pudore di sé stessi. Chi dice “non ho niemte da nascondere” lo si può dire spudorato, perché è necessario che ciascuno di noi abbia una parte segreta da tenersi dentro con cura, dovendo sempre conservarsi qualcosa da donare.
Tante altre cose interessanti ha detto, ma non riesco a riportale.
Tuttavia questa parola “pudore” mi ha fatto pensare che oggigiorno non la si usa più tanto, ma ha ragione di esistere, per forma e per sostanza.
Voi che ne pensate ?
5 commenti:
Cara Ambra,
alla Tua domanda si potrebbero dare molte risposte, e discutere a lungo.
Come direbbe l'amico Duepassi, "secondo me" il pudore è innato e non appreso, anche se culturalmente condizionato. Ogni essere umano, anzi vivente, si percepisce come distinto dagli altri, ovvero ha coscienza di sè, sebbene a livelli differenti. Il pudore è anzitutto tutela di se stessi, difesa della propria integrità.
E' però possibile che esso abbia anche altri caratteri: può essere una forma di rispetto degli altri, oppure, naturalmente, una virtù di riservatezza e rispetto di sè.
Presso i Romani, il pudor era apparentato ad altre virtù come la dignitas od il decor: mi piace pensare che avessero ragione.
Mi piace la questione che hai sollevato, poiché oggigiorno il pudore è purtroppo una cosa desueta.
Cordiali saluti
Marco Giulio
Grazie del consenso e delle precisazioni.
Ti aspettiamo sull'altro blog.
Galimberti diceva che la televisone aiuta di molto rendere spudorate, ignare del minimo pudore,le persone.
Maggiormente i giovani che vengono spinti a dire apertamente pensieri e sentimenti proprio in televisione.
Non ti pare che il pudore sia un sentimento così impalpabile e, direi, indefinibile,che facilmente può sfuggire di mano ?
Il pudore è, come già stato detto, una dote innata: pudore dei propri sentimenti e pudore nel mostrare alcune parti del proprio corpo.
Ora con la perdita di ogni valore si è perso anche quello, con un immiserimento della dignità di chi se ne è privato
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