sabato 24 novembre 2007

com’eran belle, com’eran fresche le rose…

poesie di Shelburn 08/02/2007 16:31

In qualche luogo, non so quando,
tanto, tanto tempo fa, lessi una poesia,
presto la dimenticai, ma
il primo verso rimase nella memoria mia,

com’eran belle, com’eran fresche le rose…

Or’è inverno, il gelo appanna i vetri;
siedo in un angolo pensosamente,
mentre arde una candela sola
risuona e risuona nella mente:

com’eran belle, com’eran fresche le rose…

Mi vedo davanti ad una finestra
di una casa di periferia;
all’incalzare della notte
la sera d’estate dolcemente svanisce via;

un profumo di cedri nell’aria tiepida,
e, sul braccio appoggiata,
alla finestra siede una ragazza,
sulla spalla la testa inclinata.

Silenziosamente guarda il cielo,
come in attesa delle prime stelle,
ingenuamente ispirati son gli occhi pensosi,
le labbra innocenti e belle;

puri e teneri, del giovane suo volto,
sono i dolci lineamenti,
eppur di parlare con lei,
che mi è tanto cara, non ho ardimenti,

com’eran belle, com’eran fresche le rose…

Ma la stanza si fa sempre più scura,
la candela sta per finire,
ombre svolazzano per il basso soffitto,
il gelo con rabbia si fa sentire,

…ed io sogno dell’infanzia
di un uomo che diventò vecchio,
mentre altre immagini
appaiono nell’ombra di uno specchio.

Due testoline bionde, gli occhi chiari,
si guardano intensamente,
le guance rosse trattengono il riso,
le mani si stringono affettuosamente,

risuona la stanza di allegre,
giovani voci, piene di vita,
più in là altre mani percorrono
i tasti d’un pianoforte, con agili dita,

com’eran belle, com’eran fresche le rose…

La candela finisce e muore,
qui nella stanza, chi sta tossendo?
Il vecchio cane, mio solo compagno,
contro i miei piedi si sta premendo,

e fa freddo, fa tanto freddo,
i miei ricordi son vivi e forti,
il gelo urla, lì fuori, cade la neve..
e sono morti, son tutti morti.

(libera traduzione in poesia
da un brano in prosa di Turgienev)

1 commento:

Voltaren ha detto...

Turgienev o Turgenev?
Veneigrut o Issapeud?