giovedì 31 luglio 2008

GIOCHI OLIMPICI 2008 - PECHINO-CINA


Olympic games logo. Reloaded.
Da Simonetta.

mercoledì 30 luglio 2008

SI HA SEMPRE QUELLO CHE SI E' DONATO

Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza
> >d'ospedale.. Ad uno dei due uomini era permesso mettersi
> >seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei
> >fluidi dal suo corpo.
> >Il suo letto era vicino all'unica finestra della
> >stanza.
> >L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
> >Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.
> >Parlarono delle loro mogli
> >e delle loro famiglie, delle loro case, del loro
> >lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
> >Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva
> >sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte
> >le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
> >L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali
> >il suo mondo era reso più bello e più vivo da
> >tutte le cose e i colori del mondo
> >esterno.
> >La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto.
> >Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano
> >navigare le loro barche giocattolo.
> >Giovani innamorati camminavano
> >abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era
> >una bella vista della
> >città in lontananza.
> >Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva
> >tutto ciò nei minimi dettagli,
> >l'uomo dall'altra parte della stanza
> >chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
> >I un caldo pomeriggio
> >l'uomo della finestra descrisse una parata che
> >stava passando.
> >Sebbene l'altro uomo non potesse vedere la banda, poteva sentirla.
> >Con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela
> >descriveva.
> >Passarono i giorni e le settimane.
> >Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il
> >bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo
> >vicino alla finestra, morto pacificamente nel
> >sonno.
> >L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per
> >portare via il corpo.
> >Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo
> >chiese se poteva spostarsi
> >nel letto vicino alla finestra.
> >L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata
> >che stesse bene, lo lasciò solo.
> >Lentamente, dolorosamente, l'uomo si
> >sollevò su un gomito per vedere per la
> >prima volta
> >il mondo esterno.
> >Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra
> >vicino al letto.
> >Essa si affacciava su un muro bianco.
> >L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico
> >morto a descrivere delle cose cosi meravigliose al di fuori da quella
> >finestra.
> >L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva
> >nemmeno vedere il muro.'Forse, voleva farle coraggio..' disse.
> >
> >Epilogo: vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche
> >a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma
> >la felicità divisa è raddoppiata.
> >Se vuoi sentirti ricco conta le
> >cose che possiedi che il denaro non può
> >comprare.
> >L'oggi è un dono, e per questo motivo che si chiama presente.

giovedì 24 luglio 2008

MESSAGGIO PER CHI HA ORECCHI

Parlare degli assenti è sempre maleducazione, esprimere opinioni e fare affermazioni che l'interessato non possa contestare è da persone indegne di qualunque stima e considerazione.

martedì 22 luglio 2008

FACCIAMOCI UNA RISATA !

giovedì 17 luglio 2008

martedì 15 luglio 2008

Chopin Op.69 Valzer n.2

PER IL PAPA' DI LUCIANA.
CHE RIPOSI IN PACE.

lunedì 14 luglio 2008

Eva Cassidy - Somewhere Over the Rainbow

Dedicato al Papà di Luciana che se ne sta andando in Cielo.

mercoledì 9 luglio 2008

SHELBURNSSON E VLADSSON SUL VESUVIO


Abbiamo le prove di una pericolosissima incursione di variaghi fin sulla cima del Vesuvio.
Colti in flagrante in una pausa durante la scalata.
Ciao
Guido

martedì 8 luglio 2008

lunedì 7 luglio 2008

TOYS CENTER by Guido Botteri




LA BAMBOLA ROSALUNA

domenica 6 luglio 2008

POVERO TITTO


Da LE POESIE DI GEPPE di Gino Custer De Nobili

IR POVERO 'AVALLO

Glièra sempre nder corpo di su' ma'
e pensavin digià
ar méglio modo di mangianni addosso
e fallo lavora'.

Vienuto a questo mondo 'ntremotato
se armanco, disgrasiato,
ni lassavin prova' un po' di 'avalla...
Ma nulla. Là, castrato.

Doppo, dècchelo in man ar domatore
a cognosce ir sapore
della frusta svettata a suon di moccili
e tavia ir nostro 'uore.

Arà ditto la sera: “Dio per ben,
mi fa una nena il fien
doppo tante frustate e maniate !
Méglio, ch' i' accei, ir velen”.